Gli algoritmi ci rendono più comoda l'esistenza. Ma possono generare anche pasticci imprevedibili.
Per saperne di più
Focus 246, in edicola dal 22 marzo 2013.
Un nuovo studio di neuroinformatica ha prodotto un modello matematico che permette di rappresentare con una funzione d'onda la comunicazione all'interno di una relazione di coppia, e a seconda della curva generata il modello può predire se "il sistema" (la coppia) va verso la stabilità o l'instabilità. Il lavoro di Natalia Bielczyk (dell'università olandese Radboud University Nijmegen) mostra infatti la dinamica degli affari di cuore come una coppia di onde sinusoidali («due serie di alti e bassi»): la frequenza delle singole onde e la distanza l'una dall'altra fornisce, per la scienziata, un'informazione statisticamente significativa su ciò che accade nella coppia in quel momento e sull'evoluzione a breve dell'evento.
Più in dettaglio, nei grafici (figura) sono rappresentati gli intervalli di risposta a singoli eventi di comunicazione tra un "lui" (Romeo, linea continua) e una "lei" (Giulietta, linea tratteggiata): intervalli molto brevi ( 2,364) producono instabilità, mentre gli intervalli all'interno di questi due valori numerici producono stabilità.
Ancora una volta dunque la scienza sorprende per la capacità di utilizzare con successo il formalismo matematico per analizzare relazioni e reazioni umane, con l'obiettivo di una migliore comprensione dei meccanismi del pensiero e delle dinamiche sociali.
Alla fine degli anni '80 Steven Strogatz, professore di matematica applicata alla Cornell University (New York, Usa), propose una serie di modelli matematici per analizzare la relazione emotiva tra due persone. Era, in estrema sintesi, un sistema matematico capace di ridurre a un grafico (una funzione) l'interazione emotiva di coppia.
L'idea non era del tutto originale: trent'anni prima un altro scienziato, un chimico, aveva ipotizzato una scienza capace addirittura di predire il comportamento di un'intera società condizionata da emozioni ed eventi anche in apparenza banali. Il chimico era Isaac Asimov e la scienza, la psicostoria, era in effetti protagonista della fantascienza nel memorabile ciclo di racconti della Fondazione.
La fantasia di Asimov non era del tutto astrusa e si basava su convinzioni che, nel dopoguerra, si affacciavano con forza in alcuni circoli scientifici: la strada per comprendere, spiegare e predire il comportamento di singoli e comunità passava per la genetica e per gli studi sul cervello.
Il problema che nessuno si nascondeva era naturalmente rappresentato dalla complessità delle relazioni umane, che il sistema di Strogatz non tentava di risolvere, analizzando relazioni a due ed eventi in sequenza temporale. Da questo punto di vista il lavoro di Natalia Bielczyk fa un passo in avanti, permettendo di predire le conseguenze della reazione a uno specifico evento.