Le origini delle bacchette che sostituiscono le nostre posate sulle tavole di molti Paesi asiatici sono antichissime: sembra possano derivare dall'uso che se ne faceva in cucina all'epoca della dinastia Shang, che regnò sulla Cina circa 3.000 anni fa, quando era comune utilizzarne di molto lunghe per mescolare il cibo cotto in grandi calderoni a treppiede, per non scottarsi. Al giorno d'oggi sono per lo più di legno, ma ce ne sono anche di plastica, bambù e di materiali preziosi come l'argento, l'oro, la giada e persino l'avorio (quest'ultimo non più di moda da quando, tre anni fa, la Cina ne vietò il commercio).
Paese che vai, bacchette che trovi. Le bacchette sono perfette per la cucina asiatica: il cibo viene normalmente servito in piccoli pezzi, che non devono quindi essere tagliati col coltello. «Una cosa influenza l'altra», spiega in un video del canale Youtube Ted una giornalista americana di origini taiwanesi: «il tipo di cibo permette di utilizzare le bacchette, e le bacchette influenzano il modo in cui il cibo viene cucinato.»
La foggia delle bacchette cambia da Paese a Paese: in Cina, ad esempio, sono lunghe e arrotondate, mentre in Corea sono piatte e spesso di metallo; in Giappone tendono invece ad essere arrotondate e molto appuntite.
Non per gioco! Ci sono alcune regole da rispettare quando si utilizzano le bacchette. Alcune fanno sorridere, come il divieto di giocarci utilizzandole come per improvvisare un assolo di batteria; altre sono più serie e affondano le radici nella tradizione popolare: a fine pasto, è importante disporle parallele sul piatto, poiché le bacchette incrociate sono simbolo di morte. Proibito anche conficcarle verticalmente in una ciotola di riso: ricorderebbero dei bastoncini in una ciotola di incenso - anch'esso associato con la morte.
Nei regni dei morti. Le bacchette sono protagoniste di una leggenda "educativa" sull'importanza di aiutarsi l'un l'altro: la storia vuole che le anime dell'inferno patiscano la fame perché obbligate a utilizzare bacchette lunghissime, con le quali non possono portarsi il cibo alla bocca. Diversa la situazione degli ospiti del paradiso che, pur utilizzando le stesse lunghe bacchette, riescono a mangiare nutrendosi l'un l'altro.