Ancora brutte notizie per il relitto più famoso del mondo: il Titanic (quel che ne resta) potrebbe scomparire del tutto entro il 2030, consumato da un micro batterio, l'Halomonas titanicae, che ne abita la carcassa e la sta lentamente, ma inesorabilmente, corrodendo.
Ad affermarlo è uno studio sulla capacità del batterio (scoperto nel 2010) di adattarsi alle condizioni proibitive di assenza di ossigeno, salinità, freddo e buio fitto presenti nelle acque della zona in cui giace il Titanic, e, nonostante queste, di prolificare.
La ragione della particolare efficacia distruttiva del batterio starebbe nel fatto che l'Halomonas titanicae è riuscito nel tempo a compiere uno speciale adattamento evolutivo che lo ha reso capace di produrre un particolare osmolita chiamato ectoina.
L'ectoina, spesso presente nei batteri estremofili perché tende a stabilizzare e compensare gli effetti dei fattori di stress esterni, ha consentito all'Halomonas titanicae di adattarsi alla forte salinità dell'acqua, permettendogli di vivere in condizioni proibitive come quelle delle acque che circondano il vascello.
La capacità di compensare la salinità, sommata alle interferenze umane dovute alle incursioni di ricercatori e turisti fatte al relitto della nave dal 1985 in poi, potrebbero aver alterato per sempre il delicato equilibrio che aveva permesso al vascello di conservarsi in buono stato per più di un secolo e, in questo modo, averlo condannato a sparire per la seconda volta.