Wikipedia la definisce la musicassetta come “un supporto fonografico a nastro magnetico molto diffuso e popolare fino all’inizio degli anni 2000 per la sua economicità e la semplicità d’uso”. Chi l’ha vissuta non potrà fare a meno di ricordare i mix per gli amici.
“Quanti ricordi… una compilation di auguri!”
Grazie Walkman - In principio fu Philips. Era il 1962 quando l’azienda olandese la inventò per poi metterne in commercio i primi esemplari l’anno successivo. Si trattava di un contenitore in plastica con due bobine che avvolgevano un nastro magnetico prodotto da BASF e che “tentava” di imporsi in un mercato affollato da supporti analoghi, sempre basati su un sistema di cartuccia a nastro. La popolarità vera arrivò, però, solo nel 1979 grazie a Sony e al suo Walkman. Ambito come un iPod, permetteva per la prima volta di ascoltare musica ovunque. Fino a esaurimento pile.
Mi ami? Fammi una cassetta! - Grazie alla semplicità con la quale si potevano riversare su nastro canzoni di ogni tipo, presto si affermò la moda delle compilation. Una vera e propria arte che aiutava a fare breccia nel cuore della ragazzina più carina, magari personalizzando la copertina con scritte e disegni rigorosamente vergati a mano. Le canzoni scelte diventavano la colonna sonora di amori adolescenziali - e le cassette, spesso, duravano altrettanto: il nastro si rompeva facilmente e, quando resisteva, potevamo sempre registrarci sopra qualcosa di nuovo, magari con l’aiuto di un paio di pezzi di scotch.
Un simbolo - La musicassetta, per chi ha vissuto gli anni Ottanta e Novanta, non è un semplice oggetto di modernariato. Nonostante l’avvento dei Cd ha goduto di buona salute, grazie al prezzo più abbordabile, fino alla graduale scomparsa dovuta agli Mp3. Basta una rapida ricerca in Google Immagini per rendersi conto di come sia diventata un simbolo intramontabile. Tanto da farsi ricordare in occasione del suo cinquantesimo compleanno. Chissà se ci ricorderemo allo stesso modo anche di quello dei nostri iPod? (sp)
Chiara Reali
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