La scoperta non rivoluzionerà certo il mondo dello sport. O forse sì, stando a quanto dicono i ricercatori dell’École Polytechnique di Palaiseau e della ESPCI di Parigi, il cui studio ha dimostrato che le dimensioni dei campi sportivi seguono leggi della fisica ben precise (sebbene siano state decise giocando, e non sulla base di calcoli matematici).
Nello specifico, la grandezza di un campo di calcio (o di un tavolo da ping pong) è correlata direttamente alla distanza massima che la palla con cui si gioca può coprire.
Il valore di una mela
Tutto qui? Qualcuno, sicuramente, farà spallucce dinanzi all’apparentemente scarsa rilevanza dell’indagine. “Qual è l’importanza di studiare la caduta di una mela?”, replica Christophe Clanet, uno degli autori della ricerca, scomodando Isaac Newton.
“Alcuni potrebbero rispondere nessuna. Altri potrebbero dire che svela delle caratteristiche universali dell’ambiente che ci circonda, nello specifico che tutto, sulla Terra, è attratto verso il centro del pianeta. Questo tipo di leggi universali è ciò di cui si occupa la fisica. Noi non ci aspettavamo che la dimensione dei campi sportivi potesse seguire qualche legge e siamo stati molto sorpresi nel trovarne una molto semplice”.
La legge del campo
Lo studio ha preso in esame 13 diversi sport in cui si usano palloni o palline che possono coprire differenti distanze massime: dalla pallina da golf, che può viaggiare per centinaia di metri con un colpo solo, al volano, che a causa della resistenza dell’aria non va oltre i 4-5 metri. Tutte distanze che possono essere calcolate scientificamente, tenendo conto di variabili quali il raggio della palla, la massa, la velocità massima o l’angolazione ottimale con cui effettuare il lancio per massimizzare la distanza. Il risultato è che tra i due fattori, palla e campo, c’è una correlazione lineare ben precisa: più la palla è in grado di volare lontano e più grande sarà il campo.
La vita è come il calcio o come il tennis?
In un secondo momento, i ricercatori hanno studiato il tempo che impiega una palla, alla massima velocità, ad attraversare tutto il campo. È così possibile distinguere due categorie di sport: quelli come ping-pong, tennis o pallavolo, in cui questo tempo è inferiore al tempo di reazione di un giocatore (1 secondo circa) e quelli in cui la palla impiega molto tempo a coprire la distanza, permettendo addirittura a chi la riceve di spostarsi nel punto esatto in cui ricadrà (calcio, basket, baseball, pallamano…).
I primi sono gli sport in cui si privilegiano riflessi e precisione, i secondi quelli che comportano il raggiungimento di un obiettivo (che sia il canestro, la porta da calcio o la casa-base), attraverso strategia e gioco di squadra.
Una distinzione che, secondo i ricercatori, si riflette nella vita di tutti i giorni, con persone che hanno un approccio rapido e intuitivo ai problemi (che riflette quello dei giocatori che praticano sport di “riflessi”) e altre che adottano una strategia deduttiva simile a quella necessaria negli sport di “obiettivo”. Chi vince? Per una volta nessuno. Sia in campo che nella vita, entrambi gli stili sono essenziali.