Dopo aver bruscamente interrotto la campagna elettorale di entrambi i candidati (sia Obama che Romney, tra domenica e lunedì hanno cancellato le ultime tappe del loro tour negli stati indecisi per seguire l'arrivo dell'uragano), Sandy sta iniziando a far sentire i suoi effetti politici a medio termine. E anche se il suo impatto sui risultati elettorali è un aspetto marginale di fronte alla devastazione che il suo passaggio ha provocato, sono in molti ora a chiedersi, al di là dell'Atlantico, se questo evento possa in qualche modo influire sugli esiti delle Presidenziali di martedì 6 novembre.
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Mitt Romney, nella difficile posizione di sfidante, ha dovuto accontentarsi di ritagliarsi un ruolo marginale, sospendendo la campagna elettorale fino a martedì «in segno di rispetto per i milioni di americani» salvo poi continuare la sua corsa, per il resto della settimana appena passata, in tema "Sandy", organizzando raccolte di cibo e fondi, per esempio, in Ohio, uno degli stati più indecisi sul voto, ma non tra i maggiormente colpiti dall'uragano.
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Memore dell'accaduto, Obama ha preferito cancellare ogni impegno presidenziale prefissato per (come quello di lunedì in Florida, uno degli stati in bilico) per visitare le zone colpite da Sandy. Si è così recato in New Jersey, per il quale (insieme a New York) ha proclamato lo stato di grave calamità, stanziando ulteriori fondi per la ricostruzione delle infrastrutture. Qui ha incassato gli elogi preziosi di Chris Christie, il governatore repubblicano dello stato che ha lodato l'operato dell'amministrazione Obama e dell'agenzia federale che si occupa di disastri naturali, la FEMA, criticata da Mitt Romney come fonte di debito pubblico durante tutta la campagna elettorale.
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E gli elettori sembrano aver apprezzato: secondo un sondaggio lanciato da ABC il 78% degli americani giudica in modo positivo la gestione di questa emergenza da parte del Presidente, e solo l'8% in modo negativo. Romney, che suo malgrado ha avuto una parte meno di spicco in questa situazione, viene valutato positivamente per la sua risposta dal 44% degli americani, negativamente dal 21%, mentre il 35% non esprime alcuna opinione. Inoltre, il 63% degli elettori repubblicani approva il comportamento di Obama nel corso del disastro.
Insomma per Obama, che nelle ultime ore ha guadagnato anche l'appoggio del sindaco di New York Bloomberg (il quale, nel 2008, non aveva espresso alcuna preferenza di voto) la gestione delle conseguenze dell'uragano sembrerebbe aver rappresentato un momento di sprint alla fiacca campagna elettorale delle ultime settimane. Ma i due candidati rimangono, fino all'ultimo, impegnati in un serrato testa a testa: i sondaggi li danno entrambi, momentaneamente al 49%. Per saperne di più dovremo attendere ancora qualche giorno.