Curiosità

Impressioni distorte

Degas e Monet erano vittime di malattie degli occhi e della retina. Come vedevano le loro opere? Uno studio mette a fuoco la questione.

Impressioni distorte
Degas e Monet, padri dell'impressionismo, erano vittime di malattie degli occhi e della retina. Come vedevano le loro opere? Uno studio recente prova a fare luce sulla questione.

Nel 1905, quando completa la sua Donna che si
asciuga i capelli
, la vista di Degas era molto peggiorata.
Nella foto, a sinistra un dettaglio dell'originale
(© Norton Simon Art Foundation), a destra un'ipotesi
di come Degas avrebbe potuto vedere il suo lavoro.


Un gruppo di ricerca dell'Università di Stanford ha ricostruito al computer alcuni dipinti di Degas e Monet, modificando le immagini in modo che appaiano come le vedevano i due artisti quando la loro vista era ormai compromessa. Il loro stile si era formato e consolidato ben prima della malattia agli occhi, ma osservando l'evoluzione delle loro opere si vede come i dipinti più recenti siano molto più confusi e astratti rispetto a quelli dei primi anni di attività.

Il Ponte giapponese di Giverny (Francia) in una fotografia recente
(© Elizabeth Murray) e, a destra, l'ipotesi di Marmor su quello che
Monet poteva vedere in quel momento.

Con gli occhi dei maestri

Combinando le simulazioni computerizzate con le attuali conoscenze sulle retinopatie degenerative, il professor Marmor e i suoi colleghi hanno rielaborato alcuni capolavori dei due maestri. Per creare le immagini come probabilmente le vedevano i due artisti, Marmor ha usato un comune programma di fotoritocco modificando colori e messa a fuoco. I risultati sono sorprendenti. Nella ricostruzione della Donna che si asciuga i capelli, di Degas (foto in alto), tutto risulta così sfocato da non riuscire a distinguere le pennellate. Alcune tra le opere più tarde di Monet, come Il ponte giapponese, una volte filtrate al computer per ricreare la visione tipica di chi è affetto da cataratta avanzata, appaiono scure e nebbiose, e mancano del tutto quelle intense e brillanti macchie di colore che invece l'artista ci ha lasciato nella sua opera.

Monet: il Ponte giapponese, completato nel 1924,
tre anni prima della sua morte, quando aveva quasi
del tutto perso la capacità di distinguere i colori
(© Musee Marmottan, Paris/ Giraudon/
The Bridgeman Art Library)
.
Non solo ispirazione

Questo studio solleva un interrogativo non da poco: cosa intendevano davvero rappresentare i due pittori nelle loro opere? Ciò che vedevano loro o quello che invece abbiamo davanti noi? L'unico dato certo è che queste tele non sono state realizzate così esclusivamente per ispirazione artistica.
Degas ha sofferto di problemi agli occhi tra il 1860 e il 1910. Con il passare degli anni la sua visione dei dettagli, dei contrasti e delle ombre si è irrimediabilmente compromessa. Anche Monet, in una lettera del 1914, lamenta un continuo peggioramento della vista e la progressiva difficoltà nella percezione dei colori. Negli ultimi anni si affidava alla lettura delle etichette dei barattoli di pittura piuttosto che alla propria capacità di distinguerli correttamente. Comprendere l'handicap che ha colpito i due maestri della pittura è fondamentale anche per capire la loro grandezza e l'importanza dei risultati che hanno ottenuto. Secondo Marmor gli esperti d'arte sono restii a considerare l'influenza che possono avere sul lavoro di un artista fattori diversi da quelli storici e psicologici, ma ignorare ciò che un pittore vede mentre dipinge, significa ignorare la realtà.

(Notizia aggiornata all'11 aprile 2007)

var time = new Date(); ordval= (time.getTime());

11 aprile 2007
Ora in Edicola
Scopri il mondo Focus. Ogni mese in edicola potrai scegliere la rivista che più di appassiona. Focus il magazine di divulgazione scientifica più letto in Italia, Focus Storia per conoscere la storia in modo nuovo ed avvincente e Focus Domande & Risposte per chi ama l'intrattenimento curioso e intelligente.

In questo numero di Focus Storia vi portiamo alla scoperta di figure storiche, battaglie e curiosità che hanno segnato epoche e paesi, con un’attenzione speciale alla Francia del Seicento.

Il protagonista principale è il cardinale Richelieu, l’abile politico che plasmò la Francia moderna. In "Eminenza rossa" tracciamo il ritratto di questo potente uomo di Stato, mentre "L’assedio del Gran Cardinale" ci racconta la sua vittoria contro gli ugonotti a La Rochelle. A seguire, con "Eminenza grigia" scopriamo la figura di padre Giuseppe, il suo fidato consigliere, e in "Mazzarino l’erede" esploriamo il ruolo del cardinale italiano che ne continuò l’opera.

Tra le altre storie: l’articolo "Infanzia randagia" ci porta nella Russia degli anni ‘20 e ‘30, con il fenomeno dei besprizornye, bambini abbandonati nelle città. Non mancano approfondimenti come "Delitti al microscopio", che esplora la nascita delle indagini scientifiche, e "Il canto libero", dedicato alle origini del jazz.

ABBONATI A 29,90€

In questo numero di Focus, esploriamo un affascinante mix di scienza, natura e curiosità quotidiane.

Dedichiamo uno speciale alle strategie di leadership, scoprendo cosa dicono le ricerche sui capi e come gestiscono i loro team. Nell'articolo "Nella testa del boss" analizziamo il loro modo di pensare, mentre "E tu che capo hai?" ci svela i diversi tipi di leader.

Scopriamo storie di successo nella conservazione della fauna con "A volte ritornano", che racconta la rinascita di specie come linci e cervi. Per gli appassionati di scienza, analizziamo il ruolo delle impronte digitali nel corpo umano.

In più, l'astrofisica ci sorprende con teorie alternative sull’energia oscura nell'intervista "L’energia oscura? Secondo me non esiste". Non perdete i vincitori del Drone Photo Awards, con immagini spettacolari tra fantasia e tecnologia.

ABBONATI A 31,90€
Follow us