Una mattina del 1999, durante una spedizione di ricerca tra i monti Mahale, in Tanzania, Koichiro Zamma si svegliò particolarmente riposato. Il primatologo giapponese non aveva dormito su un letto a tre piazze, con materasso in memory foam: ma nel giaciglio di ramoscelli creato da uno scimpanzé, sulla cima degli alberi.
La notte porta consiglio. Il cestino di vimini e foglie aveva rimosso dal corpo dell'uomo tutta la tensione muscolare, in un modo che i letti normali non fanno. Così dopo una notte estiva insonne, il ricercatore ha ricreato la versione umana di quella piattaforma aerea per scimmie, capace di ondeggiare dolcemente tra i rami. Lo ha chiamato Humankind evolution bed, con riferimento al fatto che i nostri antenati primati dormivano su qualche cosa di simile prima di scendere dagli alberi, 4 milioni di anni fa.


Leggermente instabile. Il materasso ha una conca al centro che ricorda quella dei nidi aerei degli scimpanzé, ma ha bordi rialzati, per la testa e le gambe. È sorretto da una cornice di fibre di carta, per la massima traspirabilità, e da 8 gambe che ondeggiano impercettibilmente, ricreando il dondolio naturale delle fronde. Una sorta di ritorno alla culla (dell'umanità) che il ricercatore, con l'aiuto di alcuni designer giapponesi di futon, vorrebbe ora commercializzare.
Una forma inconsueta. Se siete molto alti però, frenate gli entusiasmi: il letto è lungo 1,6 metri e largo 1,2: potete agitarvi finché volete, ma non ci starete mai del tutto. Ciò nonostante, pare che i primati dormano sui propri come angioletti, muovendosi pochissimo. In un paese come il Giappone, dove le ore di sonno per notte sono poche (6 ore e 22 minuti nei giorni feriali), riposare bene è una necessità più che mai vitale.