Era il 1938 quando un soldato spagnolo repubblicano venne colpito al cervello da un proiettile probabilmente franchista. Quando due settimane dopo il venticinquenne recuperò la coscienza, la sua vita e il suo modo di vedere il mondo erano (letteralmente) cambiati: in alcune condizioni vedeva, sentiva e percepiva le cose come capovolte, spesso triplicate e di colore verde. Al suo caso si interessò Justo Gonzalo, un dottore che cercò di capire cosa fosse accaduto al cervello del soldato: ora la figlia del defunto medico, insieme al neuropsicologo Alberto García Molina, ha ripreso in mano le antiche carte del padre e riaperto il caso con un nuovo studio.
Teoria della dinamica cerebrale. La particolare patologia del paziente M, come venne ribattezzato da Gonzalo il giovane soldato, non era spiegabile con le teorie sul funzionamento del cervello più diffuse negli anni 30 del secolo scorso. La prospettiva dominante era infatti quella della modularità della mente, secondo la quale il cervello era un insieme di diversi compartimenti "stagni", ben separati tra loro e con funzioni precise: si supponeva che l'alterazione di uno di questi compartimenti provocasse dunque un deficit visibile.
Con M non era così: il proiettile ne aveva danneggiato parzialmente le circonvoluzioni della corteccia cerebrale della regione parieto-occipitale sinistra, ma il paziente sopravvisse senza necessità di operazioni conducendo una vita apparentemente normale. Per questo Gonzalo, studiando il caso, ipotizzò che il cervello fosse diviso in regioni interconnesse, e che gli effetti di una lesione dipendessero dalla sua posizione (che condizionava il tipo di disturbo) e dall'entità (che ne condizionava l'intensità). Gonzalo sviluppò così la teoria della dinamica cerebrale, secondo la quale le funzioni del cervello sono distribuite in gradienti, con transizioni graduali.
Che sintomi aveva il paziente M? Quando era a riposo e senza stimoli, M vedeva il mondo capovolto, con oggetti triplicati, spesso verdi, e con i colori "staccati" dalle cose. Non era solo la sua visione a essere invertita, ma anche il tatto e l'udito: quando sentiva un suono o riceveva una carezza, il suo cervello glieli faceva percepire dal lato contrario rispetto a quello reale. M non si preoccupava affatto della sua condizione e ne minimizzava i sintomi: nei suoi appunti il dottor Gonzalo racconta come il suo paziente vedesse capovolti anche degli uomini che lavoravano su un'impalcatura, e di come ne fosse stupito ma non preoccupato.
Non un caso isolato. Come sottolinea Alberto García Molina, la neurologia conta numerose storie tragiche come quella del paziente M: è il caso ad esempio di Phineas Gage, un capocantiere delle ferrovie statunitensi il cui cranio venne attraversato da una sbarra di ferro a metà 800.
In seguito all'incidente la personalità di Gage, fino ad allora un uomo pacato e tranquillo, cambiò radicalmente, tramutandolo in un tipo aggressivo e litigioso.