Fra estranei, la masturbazione è un tabù innominabile. Ma si riscatta nel linguaggio volgare, ricco di modi espressivi per definirla. O con allusioni (bricolage, solitario, lavori manuali) o descrivendo il modo meccanico di praticarla (sega, raspa, pugnetta, e significativamente solo uno per le donne: ditalino).
Ma se le espressioni che descrivono l’atto sono colorite, chi si dedica al sesso solitario (segaiolo, pippaiolo...) è oggetto di disprezzo: un disonore per i maschi, ritenuti incapaci di avere una partner. Una categoria particolare di autoerotismo è quello cerebrale (sega mentale): perdere tempo ed energie in pensieri inutili e irreali.
Cinque contro. E tutto il mondo è paese: in cantonese, chi si dedica ai piaceri solitari “mangia se stesso” (set tsi gei). In catalano si dice “cinque contro il calvo” (cinc contra el calvo, in tedesco Fünf gegen einen, “cinque contro uno”), mentre in inglese si usa l’espressione cruenta “strozzare il pollo” (choke the chicken). In francese, il pene costretto a piaceri solitari è detto “vedova” (veuve). Inconsolabile?
Vito Tartamella per Focus 174