Una nuova stirpe di "ciclisti mutanti" combatte per i diritti di chi ha scelto la bicicletta come mezzo di trasporto.
A cavallo di biclette modificate, i "ciclisti mutanti" si affrontano con lance fatte di tubi di PVC a una estremità dei quali c'è una protezione di gommapiuma. |
zUna giostra medievale combattuta a cavallo di una bicicletta nel cuore di New York? Non si tratta del set di un film né dell'ultima moda in fatto di sport estremi, ma del pittoresco modo di protestare contro lo strapotere stradale delle macchine da parte di un gruppo che si autodefinisce di “ciclisti-mutanti”.
Una bici per destriero
Bardati di tutto punto, in sella a biciclette alte quasi due metri, questi nuovi guerrieri urbani si sfidano in duelli combattuti a colpi di tubi di PVC dove vince chi non si fa disarcionare. I “ciclisti mutanti” lottano per promuovere i diritti di coloro che hanno scelto la bicicletta come mezzo di trasporto, a fianco di organizzazioni più tradizionali, come il National Center for Biking and Walking, un centro no profit che sostiene la costruzione di piste ciclabili negli Stati Uniti. Tuttavia i guerrieri a due ruote non si accontentano di occupare aree un po' fuori mano dove dare vita ai loro incontri-scontri. Può capitare di incontrarli in giro per le strade schierati in formazione a "v", impegnati a rivendicare il loro spazio urbano.
Guerrieri italiani
Questa forma di lotta li accomuna a un altro gruppo di protesta attivo anche nel nostro Paese, il "critical mass rides". Gli aderenti a questi gruppi spontanei si ritrovano settimanalmente a giorno e data fissa in diverse città di tutto il mondo. Italia compresa. Tutti insieme pedalano per le vie della città. L'itinerario non è deciso in partenza, ma affidato all'estemporaneità di chi apre il gruppo. I ciclisti si riappropriano così delle strade, scandendo slogan come "noi non fermiamo il traffico, noi siamo il traffico".
E la medesima filosofia si ritrova oltre Oceano tra i guerrieri gommati: «I mutanti non sono contro le macchine, né esclusivamente a favore delle biciclette - precisa infatti Megulon-5, fondatore del Chunk 666 di Portland, il club di ciclisti che sei anni fa ha dato vita al movimento - ma combattono per realizzare il sogno di città più vivibili per tutti».
(Notizia aggiornata al 31 ottobre 2003)