L'infusione di spirito olimpico di questi giorni è destinata a risvegliare lo sportivo che è in noi? Non così in fretta. Le statistiche registrate dopo le Olimpiadi non lasciano ben sperare.
Un'analisi condotta da Sport England nell'anno successivo ai Giochi di Londra ha mostrato un incremento dell'1,3% della popolazione impegnata in attività fisica moderata almeno 30 minuti alla settimana. Ma i numeri, dopo due anni, hanno inziato a diminuire.
Tiepidi entusiasmi. Le cose non sono andate meglio ad Atene 2004, o a Sydney 2000. Nel primo caso, dopo un iniziale incremento del 6% nella popolazione di sportivi, la percentuale di impegnati in attività fisica è calata del 13%. Nel secondo c'è stato persino un incremento nell'obesità.
Uno show come gli altri. Ma perché l'effetto "contagio" sembra non funzionare? Tanto per cominciare, guardare i giochi in tv non incoraggia certo ad uscire, ma piuttosto ad abbassare le tapparelle per evitare il riverbero del sole sullo schermo HD. Inoltre, carichiamo forse lo sport di aspettative eccessive: in fondo, non è che dopo aver visto un concerto ci venga voglia di prendere lezioni di musica.
Irraggiungibili. Assistere alle prestazioni "da super umani" degli atleti potrebbe anche sortire un effetto demotivazionale: neanche il più allenato tra noi riuscirebbe a sostenere i ritmi e le pressioni di chi è arrivato alle Olimpiadi.
Secondo l'eminente psicologo di Standford Albert Bandura, una condizione essenziale per l'emulazione del comportamento altrui è la riproducibilità di esso. E nel caso delle performance olimpiche, non solo non siamo capaci di imitarle, ma sappiamo anche bene di non avere le carte in regola per avvicinarci a quei risultati.
Strutture accessibili. Infine, anche se gli atleti dei Giochi sono in genere ottimi modelli di riferimento, affinché possiamo imitarli serve un costante rinforzo alle nostre buone intenzioni. Per esempio, con servizi sportivi adeguati e a portata di tasche.
Paratleti. In un solo caso, però, si è registrato un aumento delle attività sportive. È stato tra le persone con disabilità. Dopo le paralimpiadi di Londra, c'è stato un aumento dal 2 al 4% del numero di inglesi disabili che fanno sport regolarmente.