Sono molti i modi di dire ereditati dalle trincee della Prima guerra mondiale: si riteneva che uno di questi fosse l'espressione "con le palle girate". Secondo alcuni, infatti, il modo di dire "palle girate" (o rovesciate) si rifaceva a un tipo di munizione da fucile realizzato artigianalmente. Si estraeva il proiettile dal bossolo e lo si rimontava capovolto: la traiettoria era molto meno stabile ma nei tiri ravvicinati la pallottola provocava ferite molto più estese.
Smentita. Si tratta di una spiegazione suggestiva, ma smentita dagli esperti per i quali i modi di dire sulle "palle" hanno un'origine fisica, anatomica, simbolica. Inoltre, la proceduta di "girare le pallottole" sarebbe pericolosa e quasi impossibile.
Rompete le scatole! Questo getta qualche dubbio anche su un'altra ricostruzione, quella secondo cui l'espressione "rottura di scatole" deriverebbe da una procedura che veniva messa in atto in battaglia sempre nelle trincee della Grande guerra: le scatole da rompere erano infatti quelle in cartone leggero e sigillate che contenevano i caricatori da sei proiettili del fucile mod. 91 in dotazione alle truppe italiane. Secondo questa teoria, il comandante esortava i soldati a "rompere le scatole" prima di un attacco.