Gli ebrei, invece che Muro del pianto, preferiscono chiamarlo Hakotel, cioè "Muro Occidentale", tuttora principale luogo sacro dell'ebraismo. Si tratta infatti di quello che rimane del secondo Tempio di Gerusalemme, costruito al ritorno dall'esilio babilonese (VI secolo a.C.), ampliato in seguito da Erode il Grande (il sovrano che regnava a Gerusalemme quando nacque Gesù) e fatto distruggere dall'imperatore Tito nel 70 d.C., data che segna l'inizio della diaspora ebraica.
Da quasi 2mila anni gli ebrei si radunano davanti al Muro per pregare e commemorare questo momento infelice della loro storia. Per questa ragione, durante il Medioevo, è nata la definizione "Muro del pianto".
Vicini a Dio. Davanti ai colossali blocchi di pietra del Muro, considerato dagli ebrei il luogo di massima vicinanza a Dio, c'è una piazza sempre affollata di fedeli che parlano con il volto accostato al Muro e che inseriscono le loro preghiere scritte nelle fessure tra le pietre.
Qual era il Primo Tempio? Durante il regno di Salomone (Shlomo in ebraico), che durò dal 970 a.C. al 931 a.C., fu costruito il Primo Tempio dedicato a Yahweh. Era un gigantesco edificio rivestito in oro e legno pregiato per la cui edificazione ci vollero anni di duro lavoro e l'aiuto di maestranze straniere, in particolare Fenici.
La sontuosa struttura sacra, simbolo del prestigio del Regno di Israele, fu distrutta dai Babilonesi nel 586 a.C. Di questo primissimo luogo di culto oggi non rimane traccia, anche se alcuni scavi nel sito di Khirbet Qeiyafa hanno portato alla luce un manufatto, una sorta di modellino di un santuario molto simile alla descrizione biblica del Primo Tempio.