Curiosità

A Lodi la fotografia è etica

Tra le sezioni del Festival della Fotografia Etica di Lodi anche quella con mostre che testimoniano il lavoro umanitario delle ONG, come “cash for work” di COOPI e ECHO nei Territori occupati palestinesi. Inoltre, videoproiezioni, incontri e dibattiti.

Il festival della fotografia etica di Lodi
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Scegliere la fotografia per riflettere sull'etica, oggi. È il filo conduttore del Festival della Fotografia Etica, a Lodi dal giovedì 17 ottobre a domenica 20 ottobre, in piazza della Vittoria (le principali mostre sono aperte anche il 25 e 26 ottobre).

Oltre alle mostre fotografiche, il Festival propone al pubblico videoproiezioni, incontri e dibattiti con gli autori dei reportages ed esperti del settore. Quattro giorni

(ingesso 5 euro) per capire il mondo attraverso gli scatti di fotografi italiani e interazionali su realtà lontane, spesso martoriate da anni di guerre e occupazioni, in cinque sezioni distinte ma tutte di grande impatto.

Il lavoro umanitario delle ONG
Non è un caso, infatti che il Festival offra un'ampia sezione dedicata alle immagini di fotoreporter che testimoniano l’attività di ONG internazionali in territori dove ogni giorno la sopravvivenza è una conquista.
Come la mostra in anteprima italiana Work for Hope di Alessandro Gandolfi, fotoreporter di Parallelozero, che racconta il progetto umanitario di “cash for work” (viene offerto del lavoro a termine alle famiglie più in difficoltà) portato avanti dal 2002 da COOPI e finanziato da ECHO (Commissione Europea) nei territori palestinesi occupati da Israele (Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est).

Questa mostra è allestita all'interno di una tenda realizzata dalle donne palestinesi che hanno beneficiato del progetto “cash for work” e per il quale Gandolfi ha realizzato anche un lavoro multimediale con la visita virtuale dei villaggi e video-testimonianze.

Un lavoro per la speranza
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Delle altre mostre che testimoniano il lavoro umanitario dell ONG, segnaliamo "Off the Wall" di Giovanni Diffidenti che con i suoi scatti documenta la primavera araba del febbraio 2011 e prosegue all’insediamento del Governo di Liberazione. E ancora, "I segreti della scatola magica - fotografie per l'Acqua" dove Elena Givone ha fotografato nel deserto del Mali i bambini che vanno alla ricerca del pozzo dove attingere l'acqua per il villaggio (di cui si occupa Alì 2000 onlus), o come "Nuestros Pequenos Hermanosquelle", dove Albertina D’Urso ci mostra le case della Fondazione Francesca Rava che accolgono i ragazzi orfani di Paesi dell’America Latina.

L'Africa di Brent Stirton
C'è poi lo "Spazio approfondimento" del festival che ospita altre tre mostre: "Fever - The awakening of European Fascism" con la quale Paolo Marchetti mostra un sentimento forte e pericoloso come la rabbia indagando sul neofascismo in Europa, "The violation of Eden", dove il fotografo sudafricano Brent Stirton racconta come l'uomo-predatore distrugga la natura e gli animali (rinoceronti, elefanti e gorilla) della sua Africa, e infine "Amazonas" dove il danese Mads Nissen ci propone i suoi viaggi nella foresta amazzonica.

Visione della follia
Molto particolare è la sezione tematica dedicata alla malattia mentale: sguardi di sofferenza ma anche di speranza di uomini e donne africane nel reportage di Robin Hammond ("Condemned" – Mental Health in African Countries in Crisis) e poi la follia nascosta di Trieste, la città italiana dove Franco Basaglia ha lottato contro i manicomi, nei ritratti di Carlo Gianferro ("Trieste: storie a parte").

Sguardi d'autore made in Italy
E ancora, nella sezione "Sguardo italiano sul mondo", i reportages sociali di quattro fotografi italiani. Pierpaolo Mittica, con "Fukushima No-Go Zone”, svela la zona vietata dal governo Giapponese dopo lo Tsunami del 2011; Gianluca Panella, con “Caliber 3: Counter terrorism training family”, mostra un centro di Training, in Israele, dove fin da bambini si impara a sparare e a lottare per difendersi dai terroristi; Mauro Prandelli, con "Evros porta d’oriente. Un muro contro l’immigrazione”, racconta il dramma dei migranti che dalla Turchia, ogni giorno, si affidano a trafficanti d'uomini per attraversare il fiume Evros ed entrare in Grecia sperando in una vita migliore.

Un altro italiano, Fabio Bucciarelli, è infine nella sezione World Report Award del Festiva, in quanto vincitore del premio insieme alla collega Liz Hingley.

Per info: www.festivaldellafotografiaetica.it

17 ottobre 2013 Fabrizia Sacchetti
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