

Expo, guida a una visita last minute

L'Expo di Milano è entrata nell'ultimo mese. E, dopo le folle record di settembre (259.093 visitatori il sabato 26), l'interesse sembra al massimo. Da vedere ci può essere molto: le architetture, le postazioni interattive di ogni tipo dove si può imparare qualcosa o anche solo giocare, le innumerevoli proiezioni, il verde presente più o meno ovunque a rappresentare la vegetazione di ogni Paese o a raccontarci l'importanza delle piante che sfamano il mondo... Se dovete scegliere cosa vedere, vi proponiamo una visita guidata in 10 temi.
Foto: © Corbis

1 - IN SVIZZERA PER RIFLETTERE - Perché ci sia cibo e acqua per tutti, dobbiamo limitarci. È il messaggio che vuole trasmettere il padiglione della Svizzera, tra quelli che più “centrano” il tema di Expo e che maggiormente invitano a riflettere, su sostenibilità e scarsità di risorse.
Il cuore del padiglione è costituito da 4 torri alte 15 m con rondelle di mele, bustine di caffè solubile, sale o bicchieri per prendere acqua. Tutti noi possiamo portare via qualcosa, liberamente, sapendo però che se i prodotti finiscono non ce ne sarà più per gli altri. Le torri hanno 4 piani; a maggio erano piene e si accedeva al livello più alto, poi con il “consumo delle risorse” i pavimenti sono stati via via abbassati e ora i visitatori entrano al primo piano delle torri. Ce n’è per tutti? Saranno le persone a determinare il destino dei prodotti.
Le torri alla fine dell’Expo potranno essere riutilizzate come serre urbane nelle città elvetiche.
Foto: © Paolo Lolli

1 - IN SVIZZERA PER RIFLETTERE - La scelta dei prodotti nelle torri rimanda alla Svizzera: il sale delle sue miniere (all'inizio c'erano 1,3 milioni di dosi da 20 g), le mele a rappresentare biodiversità e agricoltura (420mila sacchettini), il caffè, diventato il prodotto alimentare più esportato dalla Confederazione superando cioccolato e formaggio (2,5 milioni di bustine) e l'acqua di cui il Paese alpino è ricco (350mila bicchieri di plastica riutilizzabili).
L'ingresso alle torri va prenotato online. Visto il grande afflusso di visitatori, è prevista anche una coda senza biglietto per permettere la visita a un maggior numero di persone. Si può accedere liberamente alle altre aree; come la mostra sul tema dell'acqua, con un blocco di granito che raffigura il massiccio del Gottardo su cui “piove” e da cui partono grandi fiumi come il Reno.
Foto: © Giovanna Camardo

2 - IN BRASILE PER GIOCARE - Vuole simboleggiare la flessibilità e la capacità di integrazione del Brasile. In concreto, è tra le esperienze più divertenti dell'Expo. È la mega-rete del padiglione brasiliano: un'attrazione degna di un luna park su cui i visitatori di tutte le età si inerpicano, ondeggiano, avanzano incerti e divertiti (fatevi passare la tentazione di saltare: non si può, e gli addetti alla sicurezza redarguiscono con pazienza chi ci prova).
Nel percorso sospeso, si ha anche l'impressione di camminare sopra la distesa di piante del Brasile, posizionate al piano terra, proprio sotto la rete (una galleria verde con schermi interattivi da visitare, dopo). E oltre alla colonna sonora con uccelli, voci, strumenti musicali, alcuni sensori rilevano la posizione dei visitatori sulla rete e fanno partire altri suoni e luci.
Foto: © Padiglione brasiliano Expo Milano 2015

2 - IN BRASILE PER GIOCARE - La rete - con una superficie di 1.250 m2, tesa nella struttura di acciaio - conduce poi all'interno del padiglione; i cui contenuti – tra proiezioni a parete e schermi trasparenti attivati da sensori di prossimità – ci ricordano che il Paese sudamericano è tra i maggiori produttori di alimenti e rifornisce i mercati mondiali (basti pensare che produce circa il 40% della soia coltivata nel mondo).
Foto: © Padiglione brasiliano Expo Milano 2015

3 - IN GERMANIA PER IMPARARE - Una grande mostra interattiva, piena di contenuti: da questo punto di vista il padiglione della Germania è tra i più ricchi
Foto: © Padiglione Tedesco Expo Milano 2015/B. Handke

3 - IN GERMANIA PER IMPARARE - Si esplora con una interfaccia apparentemente semplice: una tavoletta di cartoncino, data a ogni visitatore. Si chiama SeedBoard e su una delle facce ha un foglio bianco con alcuni “puntini” sui bordi. All'interno della mostra diventa uno schermo personale su cui sono proiettati testi e filmati. Basta tenerla in mano in uno dei punti stabiliti, nelle varie tappe del percorso. La sua posizione è rilevata da una telecamera a infrarossi nel soffitto, grazie alla presenza dei marcatori (i “puntini”, appunto), il cui numero è diverso a seconda della lingua parlata dal visitatore. Un software calcola la posizione esatta per la proiezione, a questo punto personalizzata in italiano o altre lingue.
Foto: © Padiglione Tedesco Expo Milano 2015/B. Handke

3 - IN GERMANIA PER IMPARARE - Ci sono poi tante postazioni interattive, dove scoprire qualcosa di più sul suolo o sul controllo delle inondazioni... Lo show finale - oltre allo spettacolo dal vivo - comprende due “occhi di ape” che si muovono sulla testa dei presenti: sono unità di retroproiezione (con proiettore al loro interno), mosse con cavi robotici in modo analogo alle videocamere sopra al campo di gioco negli stadi. All'esterno, gli alberi solari, con innovativi pannelli fotovoltaici organici, che funzionano posati in ogni direzione.
Foto: © Padiglione Tedesco Expo Milano 2015/B. Handke

4 - IN COLOMBIA E IN MAROCCO PER UN VIAGGIO CLIMATICO - Expo, alimentazione a parte, è anche un palcoscenico in cui i Paesi si presentano. Per esempio, con un viaggio tra le diverse regioni e zone climatiche che li compongono. È il caso della Colombia: nel suo padiglione si “sale” attraverso i cinque pisos termicos (piani termici) che caratterizzano il Paese latinoamericano. Il suo clima infatti non risente delle stagioni - siamo sulla linea equatoriale - ma cambia secondo l'altitudine. Passando in diversi ambienti, e con un'immersione totale nei video, si transita virtualmente dal piano “caldo” a livello del mare ai paramos (la brughiera andina), fino alle nevi perenni delle Ande, sopra i 4.000 metri. In ogni piso, cambiano paesaggio, flora e fauna, agricoltura.
Foto: © Padiglione colombiano Expo Milano 2015

4 - IN COLOMBIA E IN MAROCCO PER UN VIAGGIO CLIMATICO - Anche nel padiglione del Marocco - che all'esterno si ispira a una qasba, tipica costruzione fortificata con alti muri e piccole aperture - si passa dal Nord a Sud, dal Mediterraneo alla costa atlantica, al deserto. Cambia il paesaggio visivo, ma anche quello sonoro, odoroso (con diversi profumi di fiori) e termico: all'ingresso nell'area dedicata al grande sud desertico si è accolti da una batteria di “mega phon” che ti soffiano addosso aria calda. Nei vari ambienti si scoprono i prodotti che il Marocco coltiva ed esporta: dal noto olio di argan, ricavato dai noccioli dei frutti di Argania spinosa, pianta endemica del Marocco, ai... fagiolini fini, di cui – si scopre – il Paese è il primo esportatore mondiale.
Foto: © Giovanna Camardo

5 - IN KAZAKHSTAN (E TURKMENISTAN) PER IL CINEMA IN MOVIMENTO - Se l'Expo è dominata dai video, qualcuno aggiunge anche gli effetti speciali: ovvero, filmati tridimensionali più poltrone in movimento. Il cinema 3D con “poltroncine dinamiche” è il culmine della visita al padiglione del Kazakhstan: inforcati gli occhialini, si plana dallo spazio fino alla capitale del Paese asiatico, Astana, mentre l'impressione del volo virtuale è resa più reale dai movimenti della piattaforma su cui si trovano le poltrone.
Foto: © Anna Vasilenko

5 - IN KAZAKHSTAN (E TURKMENISTAN) PER IL CINEMA IN MOVIMENTO - Ma, oltre allo show finale, il padiglione ospita altro: la vasca degli storioni, gli assaggi di latte di giumenta fermentato (kumis), l'installazione sul prosciugarsi del lago d'Aral e il progetto di recupero della parte kazaka, l'erbario hi-tech interattivo con “pistoni” che fuoriescono dalla parete, le foto che si animano stile Harry Potter... E la proiezione iniziale sulla storia del Kazakhstan: è illustrata dai disegni su sabbia fatti in diretta da un'artista.
Poltrone che si muovono in sintonia col video anche nello show “5D” del padiglione del Turkmenistan: filmato in 3D, movimento, più bolle di sapone, spruzzi d'acqua e getti d'aria... Bisogna prenotare al padiglione.
Foto: © Anna Vasilenko

6 - IN GIAPPONE PER LA BELLEZZA HI-TECH - Estetica e tecnologia: le troverete coniugate, superate le ormai leggendarie code, nel padiglione del Giappone. In particolare nell'ambiente “Armonia”, che riproduce l'ambiente delle risaie giapponesi: lo show è incentrato sui loro cambiamenti nelle quattro stagioni. L'effetto di essere immersi in uno sconfinato campo fantastico, camminando tra piatti agganciati al suolo da steli ondeggianti, è notevole. Nella pratica, si ottiene con specchi semi-riflettenti installati sui muri che moltiplicano le immagini all'infinito, e con una tecnologia di projection mapping, usata per la proiezione su oggetti dalle forme anche irregolari adattando l'immagine alla loro superficie.
Foto: © Paolo Lolli

6 - IN GIAPPONE PER LA BELLEZZA HI-TECH - Un affascinante gioco, poi, è la “cascata della diversità”, da cui sembrano cadere le immagini di piatti, paesaggi, alimenti... Bisogna scaricare una app e posizionare il proprio smartphone negli alloggiamenti nel tavolo alla base della cascata. A questo punto basta sfiorare le immagini che più ci attirano per trascinarle “sopra” il telefono e scaricarle. Fuori dal padiglione, accedendo all'applicazione, sarà possibile visualizzare le foto scelte e le informazioni a esse legate.
Foto: © Paolo Lolli

6 - IN GIAPPONE PER LA BELLEZZA HI-TECH - Tra gli altri contenuti del padiglione - oltre allo show finale molto “pop”, nel teatro-ristorante con tavoli-schermi che si controllano col tocco delle bacchette invece che delle dita – molte informazioni sugli ingredienti della cucina giapponese.
La combinazione di estetica e hi-tech si trova anche in un altro Paese orientale: nel padiglione della Corea del Sud, dove spicca la spettacolare “danza” di due robot che muovono in sincrono due schermi con i loro bracci meccanici.
Nella foto, l'esterno del padiglione del Giappone.
Foto: © Paolo Lolli

7 - NEGLI USA PER L'ORTO VERTICALE - Ci sono 40 varietà diverse di verdure, cereali e piante aromatiche: peperoncino, rosmarino, cavolo... Tutte coltivate in verticale. Sono infatti sistemate sulla parete esterna del padiglione Usa, in un orto verticale motorizzato che – spiegano - è il più grande costruito finora: si estende su 2.000 m2. Si basa su una tecnologia sviluppata da una start-up americana, la Bright Agrotech, che consente di coltivare su superfici verticali. I pannelli automatizzati qui si muovono in continuo, per esigenze scenografiche, ma sono fatti per seguire il sole in modo che le piante ricevano più luce possibile. Viene usato un sistema di coltivazione idroponica con recupero dell'acqua.
Foto: © Giovanna Camardo

8 - IN ITALIA PER LE ARCHITETTURE - Palazzo Italia - l'unica opera architettonica pensata per essere permanente dell'Expo – è ispirato a una foresta urbana. I suoi punti di appoggio a terra vogliono simboleggiare le radici di grandi alberi, mentre il suo involucro esterno è composto da 700 pannelli tutti diversi tra loro e ispirati nel design all'intreccio dei rami. Questa “pelle” è fatta di uno speciale cemento fotocatalitico: contiene un principio attivo (Tx Active, di Italcementi, lanciato da alcuni anni) che, in presenza di luce solare, converte alcuni inquinanti presenti nell'aria (per esempio, ossidi di azoto) in composti innocui.
Foto: © Paolo Lolli

8 - IN ITALIA PER LE ARCHITETTURE - Le architetture italiane si ritrovano poi in una delle installazioni della mostra all'interno di Palazzo Italia: sono quelle “classiche” - cattedrali, piazze e castelli – riflesse in un gioco di specchi.
Foto: © Paolo Lolli

8 - IN ITALIA PER LE ARCHITETTURE - Tra le altre cose da vedere, l'istallazione dedicata alla biodiversità, che riproduce l'Italia con le piante “simbolo” di ogni regione (il limone della Campania, l'olivo ligure...), e le statuette di 22 uomini e donne, protagonisti di varie attività legate al territorio, realizzate con stampa 3D.
Foto: © Paolo Lolli

9 - IN SLOVACCHIA E INDONESIA PER UN VIAGGIO VIRTUALE Ci sono Paesi che fanno sperimentare brevi viaggi virtuali alla scoperta della loro terra. Basta indossare i visori per la realtà virtuale e l'impressione è quella di essere immersi in ambienti da esplorare a 360 °, girando la testa per vedere cosa c'è dietro le proprie spalle o abbassandola per vedere il fondo del mare o il panorama dalla cima di una montagna.
L'esperienza si può provare nel padiglione della Slovacchia: si esplorano 24 località slovacche grazie a immagini a 360°, dal Castello di Bratislava alla cima del Lomnický štít, una delle montagne più alte del Paese. Si può passare da una panoramica all'altra.
Nel padiglione dell'Indonesia invece si guarda un breve filmato sulle bellezze naturali e culturali del Paese: dà l'impressione di volare pochi metri sopra i templi o di nuotare tra i pesci della barriera corallina.
Foto: © Padiglione slovacco Expo Milano 2015

10 - IN QATAR E NEGLI EMIRATI PER ENTRARE NEL DESERTO (E PER LO SHOW) - Qatar ed Emirati Arabi Uniti sono accomunati da architetture “esotiche” e spettacolari show. Oltre che da un'attenzione al tema dell'agricoltura e della sopravvivenza in ambienti desertici (ovviamente, visti clima e ambiente dei due Paesi che si affacciano sul Golfo Persico).
La struttura esterna del padiglione del Qatar – nella foto - è fatta a forma di “jefeer”, il paniere in passato usato per conservare e trasportare i cibi. Anche qui l'interattività regna, a cominciare dagli schermi su cui si possono scoprire i piatti del Paese (che oggi importa il 90% dei prodotti alimentari). Si finisce percorrendo una lunga rampa a spirale, all'interno del “jafeer”, da cui si osserva lo show di luci e proiezioni sulla palma stilizzata.
Foto: © Padiglione del Qatar Expo Milano 2015

10 - IN QATAR E NEGLI EMIRATI PER ENTRARE NEL DESERTO (E PER LO SHOW) - Il padiglione degli Emirati Arabi Uniti è una spettacolare “onda” disegnata dallo studio Foster + Partners; dopo l'Expo, sarà smantellato e ricostruito a Masdar, la eco-città sostenibile e senza auto in costruzione negli Emirati.
Foto: © Padiglione degli EAU Expo Milano 2015

10 - IN QATAR E NEGLI EMIRATI PER ENTRARE NEL DESERTO (E PER LO SHOW) - Entrando in quello che sembra un canyon tra dune di sabbia si sperimentano le installazioni multimediali: usano una tecnica illusoria chiamata “fantasma di Pepper” (impiegata in teatro o in trucchi magici) per creare un effetto ologramma. In pratica, è un gioco di illuminazione e proiezione su una lastra di vetro, plexiglas o film plastico posta a un angolo di 45° rispetto allo spettatore. L'effetto è far apparire figure che sembrano sospese a mezz'aria. La stessa illusione, ma in dimensioni molto maggiori, è usata nel teatro interattivo dove gli spettatori entrano dopo aver assistito a un film: oltre alla proiezione “illusoria” ce n'è una sullo sfondo per creare un effetto tridimensionale e sono presenti oggetti reali.
Foto: © Ziga Radsel/Flickr