Curiosità

Ecco cosa ha causato la misteriosa malattia del sonno del villaggio kazako

Dal 2013 in un paesino del Kazakistan la gente continua ad addormentarsi di colpo. Ora gli scienziati avrebbero scoperto il perché.

Nella primavera del 2013, Kalachi, un villaggio del Kazakistan fu colpito da una misteriosa "malattia del sonno": diverse persone iniziarono infatti a crollare di colpo, chi mentre camminava, chi mentre lavorava, rimanendo addormentate per ore e addirittura giorni. Da allora si sono susseguite altre ondate epidemiche di sonno, senza che però gli specialisti mobilitati dal governo kazako riuscissero a venire a capo del problema.

Ora gli scienziati avrebbero finalmente trovato una spiegazione: a causare gli improvvisi attacchi di sonno sarebbe il monossido di carbonio esalato dalla vicina miniera di uranio, chiusa dopo la caduta dell'Unione Sovietica. Sebbene l'ipotesi non metta d'accordo tutti gli esperti, le autorità sperano di porre la parola fine alla vicenda con l'evacuazione della sparuta comunità locale (poco meno di 700 abitanti).

La storia. La patologia presenta sintomi in comune con la narcolessia: debolezza, difficoltà motorie, colpi di sonno improvvisi, allucinazioni simili a sogni ad occhi aperti. I primi casi si sono verificati tra marzo e maggio 2013, ma è solo con le ripetute epidemie del 2014 che lo strano fenomeno ha attirato l'attenzione e la curiosità dei media mondiali (qui sotto, il documentario in inglese realizzato dal canale RT).

A farne le spese è stato circa un quarto della popolazione di Kalachi, in ogni fascia di età. Le testimonianze parlano di individui che hanno dormito ininterrottamente per 12 ore e fino a sei giorni, per poi svegliarsi senza ricordare nulla o quasi di quanto accaduto.

Vicolo cieco. Le analisi condotte negli ultimi due anni avevano escluso un'origine batterica o parassitica, come accade ad esempio nella tripanosomiasi africana (la "malattia del sonno" propriamente detta). Tuttavia, fino a oggi nessuno studio era stato in grado di indicare la cause effettive del disturbo, lasciando il campo anche all'ipotesi di una psicosi collettiva e a qualche audace teoria cospiratoria.

La soluzione. L'indecifrabile vicenda sembrerebbe ora giunta al suo epilogo: gli scienziati hanno infatti ufficialmente puntato il dito contro la miniera di uranio nei pressi del villaggio. Nonostante sia stato chiuso negli anni Novanta, il sito rilascerebbe nell'aria discrete quantità di monossido di carbonio, un gas tossico che sottrae ossigeno al cervello conducendo a uno stato di incoscienza (e nei casi più gravi alla morte).

Siamo ai titoli di coda? In realtà la spiegazione lascia ancora qualche spiraglio di incertezza. Interpellato dal magazine americano Wired, lo pneumologo Claude Piantadosi del Duke University Medical Center ha sottolineato che il monossido di carbonio è prodotto dalla combustione, ragione per cui una miniera inattiva lo potrebbe produrre solo in presenza di eventi geologici o chimici particolari, su cui gli scienziati dovrebbero indagare.

Il governo kazako ha comunque già avviato l'evacuazione delle 223 famiglie del villaggio, nonostante la riluttanza di alcuni residenti ad abbandonare le proprie case.

24 luglio 2015 Davide Decaroli
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