Se vi presentano una coppia di lungo corso che si somiglia a tal punto da sembrare formata da fratelli, e non da marito e moglie, sappiate che ci vedete bene: probabilmente i due si somigliano per davvero.
Ma attenzione - e questa è la novità rispetto a quanto ritenuto da decenni nell'immaginario collettivo - una nuova ricerca pubblicata su Scientific Report sostiene che i due partner si somigliano fisicamente proprio da quando si scelgono, e non dopo una vita passata insieme condividendo emozioni, interessi, comportamenti e abitudini.
Stesse emozioni, stesse rughe. L'idea che le persone, nelle relazioni a lungo termine, finiscano per somigliarsi anche nei volti è radicata nella letteratura psicologica dal 1987, anno in cui fu pubblicato uno studio che sosteneva che le coppie sposate da 25 anni avevano volti somiglianti a causa della prolungata convivenza: in pratica un partner finiva per imitare inconsciamente le espressioni dell'altro (e viceversa) muovendo la muscolatura facciale in modo da provocare rughe d'espresisone simili che, alla lunga, cambiavano l'aspetto dei loro volti.
Oggi, 35 anni dopo, un nuovo studio realizzato da due ricercatori dell'Università di Stanford, in California (USA), ha smentito questa teoria provando che i volti dei coniugi non diventano simili con il tempo bensì lo sono fin dall'inizio della relazione, esattamente come altre caratteristiche della personalità, gli interessi, i comportamenti.
Chi si somiglia si piglia. Per giungere a questa conclusione, gli studiosi americani hanno rifatto quell'esperimento del 1987 con un campione molto più ampio di coniugi: il vecchio studio aveva esaminato i volti di appena 12 coppie, mettendo a confronto le foto di quando si erano sposate con altre di 25 anni dopo. La nuova ricerca, invece, ha esaminato immagini (pubblicate online) di 517 partner, confrontando i volti di quando si erano appena sposati con quelli che mostravano dopo tanti anni (da 20 a 69) di convivenza. Inoltre, per verificare la somiglianza delle immagini, i ricercatori si sono avvalsi sia di 153 persone reclutate online che di un algoritmo di riconoscimento facciale ( VGGFace2).
Studi famosi da rivedere. «Quando abbiamo iniziato questo esperimento, eravamo convinti che avremmo trovato delle conferme rispetto a quello famoso del 1987», ha dichiarato Pin Pin Tea-makorn, studente di dottorato in ingegneria elettrica responsabile dello ricerca. «Sembra piuttosto ovvio: i coniugi tendono a trascorrere molto tempo insieme, hanno hobby e dieta simili, quindi è normale che dovrebbero diventare più uguali con il tempo. Quindi siamo rimasti sorpresi dal fatto che, nonostante l'utilizzo di un campione molto più ampio di immagini facciali e di misurazioni all'avanguardia per la somiglianza facciale, non siamo riusciti a trovarne».
Commenta il co-autore dello studio, lo psicologo computazionale Michaled Kosinski: «I colleghi dovrebbero dedicare più tempo per convalidare teorie psicologiche diffuse ma costruite su esperimenti deboli: rifiutare ipotesi ampiamente accettate dal mondo scientifico non sarà molto stimolante o degno di notizia come elaborare nuove teorie, ma è altrettanto importante, se non di più».