Solo le tombe delle persone più famose rimangono inalterate per secoli. Nei comuni cimiteri, viceversa, le sepolture vengono riordinate per consentire nuovi accessi. Ciò avviene in base ai regolamenti comunali di polizia mortuaria, che variano da luogo a luogo.
In generale, i cadaveri che vengono sepolti nel terreno devono essere conservati in un feretro biodegradabile (e non più di zinco come avveniva fino a poco fa). Dopo 10 anni, quando la fossa va resa disponibile per una nuova salma, i resti vengono riesumati. Passano all’ossario comune oppure, se esistono parenti che ne facciano domanda, vanno alle cellette ossarie (loculi). Nel caso, non raro, che la salma non sia decomposta, viene collocata in una apposita area.
Diversamente avviene nelle cappelle private e nei “colombari”, ceduti in concessione in base a una durata regolata dal sindaco locale (20-30 anni circa). Qui i cadaveri vengono deposti in un feretro anche non biodegradabile. Scaduto il termine, i feretri vengono estratti e devono essere a loro volta seppelliti in terra, dopo che sia stata praticata nella cassa metallica un’apertura per consentire il processo di mineralizzazione del cadavere. Così restano come minimo 5 anni, poi vengono di nuovo riesumati per essere trasferiti nell’ossario.