Curiosità

Come si ricostruisce la dinamica di un incidente stradale

La raccolta dei dati, la scienza, il ruolo dei periti e quello dei software usati per definire le responsabilità civili o penali di un incidente stradale.

Le vacanze estive sono prossime e quest'anno saranno anche molto italiane, date le difficoltà che la situazione sanitaria pone ai viaggi all'estero. Molti vacanzieri sicuramente progettano di spostarsi in auto, su strade statali e autostrade. Per loro la raccomandazione è d'obbligo: fare attenzione. Nei mesi estivi infatti, come indicano i dati storici raccolti dall'Istat, aumenta in media il numero di incidenti stradali e di vittime. Ad agosto, in particolare, si verificano i casi più gravi, con 2,3 vittime ogni 100 incidenti. Anche nel 2020, anno che, per effetto dei lockdown, ha fatto registrare il più basso numero di sinistri dell'ultimo decennio, sono stati registrati quasi 91 mila incidenti stradali con lesioni a persone, con oltre 123 mila feriti e quasi 1.800 morti. Il trimestre tra luglio e settembre è stato quello con il maggior numero di incidenti.

La ricerca delle cause. Quando si verifica un incidente grave la ricerca delle cause che lo hanno determinato assume un'importanza particolare. È infatti fondamentale per definire le responsabilità a fini assicurativi, ma anche per la giustizia, soprattutto da quando è entrata in vigore la legge sull'omicidio stradale. La sua applicazione può comportare da due a sette anni di reclusione, ma prevede anche una riduzione della pena quando la colpa non può essere addossata completamente al conducente e vede il concorso di altre persone o situazioni. Nel definire il corretto peso delle responsabilità gioca un ruolo fondamentale l'opera di ricostruzione degli incidenti, spesso assai complessa e condotta da tecnici specializzati.

Primo passo: i rilievi. Per carpire i segreti del loro lavoro abbiamo parlato con Enrico Armentani, professore di Progettazione meccanica e costruzione di macchine all'Università Federico II di Napoli e coordinatore, sempre nell'ateneo partenopeo, di seminari sull'analisi e ricostruzione dinamica degli incidenti stradali. «Innanzi tutto», dice Armentani, «esiste una normativa di riferimento, la UNI 11472 del 2019, che elenca con precisione tutte le azioni che vanno compiute, subito dopo l'evento, per acquisire dati riguardanti l'incidente, dalle condizioni atmosferiche a quelle dell'asfalto e della strada, dalla segnaletica stradale ai segni sui mezzi incidentati. La norma indica con minuzia i passi da compiere e la loro successione e costituisce una guida precisa sulle cose da fare nel rilevamento di un incidente, utile per tutti ma soprattutto per chi ha meno esperienza in questo genere di attività».

Qui sotto: la ricostruzione di uno spettacolare incidente avvenuto negli Usa realizzata con uno dei software di simulazione più usati dai periti, Virtual Crash.

Le basi fisiche e matematiche. Oltre ai dati raccolti sul campo c'è la teoria e, in particolare, il ruolo fondamentale della fisica e della matematica. «La valutazione delle dinamiche degli incidenti», dice Armentani, «non può prescindere dai principi base della meccanica, come quello della conservazione dell'energia e della conservazione della quantità di moto. Il ricostruttore deve quindi conoscerli alla perfezione e deve saperli applicare in modo corretto. Può trovare un aiuto, in questo compito, nei software di ricostruzione, a cui oggi ci si affida molto. Programmi che sono in grado di ricostruire con precisione le dinamiche degli incidenti e di risolvere le equazioni che descrivono i fenomeni fisici in gioco. Ma tutti i risultati forniti dai software vanno poi verificati con il calcolo a mano, che resta fondamentale».

Basi comuni con altre discipline. In questo, Enrico Armentani conferma quanto affermato da esperti incaricati di effettuare perizie tecniche in campi totalmente diversi da quello degli incidenti stradali. Anche per disastri come il crollo del Ponte Morandi di Genova, o come l'incidente della funivia del Mottarone dello scorso 23 maggio, infatti, i software possono fornire un contributo fondamentale, ma la verifica manuale dei risultati resta l'unica garanzia che la teoria sia stata applicata in modo corretto (ne parliamo nel numero di agosto 2021 di Focus). «Quando si usano i software», osserva Armentani, «bisogna esserne padroni. Non basta acquistarli e inserirvi i dati perché il rischio è di ottenere ricostruzioni non adeguate».

Come funzionano le perizie tecniche, su Focus 346, in edicola dal 20 luglio 2021.
Come funzionano le perizie tecniche, di Riccardo Oldani: su Focus 346, in edicola dal 20 luglio 2021. © Focus

I software. Esistono numerosi software di ricostruzione, come PC-Crash, ProImpact o Virtual Crash, per citare i tre forse più utilizzati in Italia, che consentono di creare modelli virtuali rappresentativi di tutti gli aspetti importanti per l'incidente, anche eventuali buchi nell'asfalto, traiettorie dei veicoli, velocità, aderenza degli pneumatici. Tutti permettono di ottenere simulazioni che illustrano in modo visivo le dinamiche degli incidenti.

Altre fonti utili di dati. Per alimentare i programmi possono anche essere utilizzati, oltre ai dati indicati nei verbali della Polizia stradale o dei Carabinieri, anche quelli raccolti dalle scatole nere installate sui veicoli, per esempio per ottenere uno sconto sulla polizza assicurativa, attualmente facoltative, ma che dovrebbero diventare obbligatorie dal 2022. «Anche se», avverte Armentani, «è aperto un dibattito sulla precisione delle misurazioni basate sui rilevamenti gps e sulla loro omologazione. In ogni caso i dati delle black box possono essere molto utili ai ricostruttori, così come le immagini raccolte dalle videocamere di cui sono costellate le nostre strade.

Vedere le immagini di un incidente, o dei momenti immediatamente precedenti, può essere di grande ausilio per i ricostruttori e possono fornire una conferma indiretta della validità dei calcoli effettuati». Ecco perché può essere importante, se si è coinvolti o si è testimoni di un incidente, raccogliere immagini con i propri smartphone e metterli a disposizione delle autorità.

Qui sotto: i software per la ricostruzione degli incidenti, in questo caso PC-Crash, consentono di simulare situazioni complesse come scontri multipli o ribaltamenti.

Non esiste una verità assoluta. Il consulente tecnico di parte o quello d'ufficio impegnati nella ricostruzione degli incidenti deve poi essere in grado di spiegare con precisione i risultati del suo lavoro al giudice o agli avvocati che lo chiamano in causa. «È importante far capire», dice l'esperto, «che le ricostruzioni non sempre descrivono una verità assoluta. Nei calcoli possono esserci delle incertezze, che riflettono le incertezze delle misure o dei parametri su cui si basano le valutazioni. Pensiamo per esempio all'aderenza degli pneumatici al manto stradale. È espressa con un coefficiente che non necessariamente descrive la realtà alla perfezione. Ma lo stesso può valere per le energie di deformazione che subiscono i mezzi. Esistono metodi per valutarle, ma i veicoli sono in continuo sviluppo e quindi valutare quanta energia abbia assorbito un veicolo basandosi sulle deformazioni che ha avuto non è così semplice e scontato. In questo tipo di ricostruzione possono essere utili i database sui crash test effettuati dai costruttori sui veicoli, disponibili per esempio su Internet».

Simulazioni complesse. I software di ricostruzione hanno anche il vantaggio di risolvere con precisione equazioni a più variabili che descrivono dinamiche assai difficili invece da calcolare a mano, come per esempio ribaltamenti, incidenti multipli o i movimenti dei corpi dei passeggeri all'interno di un abitacolo. «Ma la fase di controllo dei calcoli e dei risultati ottenuti alla fine dell'elaborazione del software», avverte Armentani, «va sempre fatta. Ed è una parte estremamente delicata del lavoro del ricostruttore, fondamentale per evitare errori anche grossolani».

Quale preparazione deve avere un esperto impegnato nelle ricostruzioni degli incidenti stradali? A definire le competenze che deve possedere è la normativa UNI 11294 del 2020, aggiornamento di quella precedente del 2008, che indica esami e prove che il tecnico deve superare e chi li può certificare. Anche se va detto che gli esperti in ricostruzione non necessariamente devono possedere la certificazione a questa norma per essere scelti da giudici o avvocati a svolgere il ruolo di periti tecnici d'ufficio o di parte.

Basta l'iscrizione a specifici albi tenuti in tutti i tribunali. Ma questo è un altro argomento, che attiene ai meccanismi della giustizia italiana e non riguarda il modo corretto per condurre la ricostruzione di un incidente stradale.

23 luglio 2021 Riccardo Oldani
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