Giovanni Antonio Bazzi (1477-1549) fu tra i più apprezzati artisti dell'epoca rinascimentale, tanto da comparire ritratto da Raffaello nel grande affresco della Scuola di Atene (1509-1511) nei panni di Protogene (pittore greco vissuto nel III secolo a.C.). La notorietà di cui godeva non era dovuta solo al suo talento, ma dai costumi sessuali troppo disinvolti per le leggi dell'epoca, imbevute di morale cristiana.
incontro al martirio. L'artista era conosciuto per il suo carattere stravagante e una sessualità sregolata, ma per il pittore questo soprannome non era un'ingiuria, anzi si vantava di quel nomignolo, tanto che lo usava per firmare le proprie opere.
Non deve stupire, quindi, il suo San Sebastiano particolarmente sensuale e conturbante. L'iconografia del martire era, tra l'altro, una delle più gettonate dagli artisti rinascimentali italiani, anche perché "pretesto" per la rappresentazione del nudo maschile.
All'italiana. Tuttavia lo sodomia era particolarmente invisa alla società del Rinascimento: un comportamento per cui si poteva finire sotto processo (capitò a Leonardo, e molti artisti ne furono sospettati) e rischiare la condanna capitale, indipendentemente dal fatto che si realizzasse o meno fra individui dello stesso sesso.
La pratica era talmente diffusa in Italia, in particolare nella città di Firenze, che nel 1432 venne istituito un tribunale apposito per la sua repressione e un corpo speciale di guardie: gli "Ufficiali di notte", così detti perché l'attività, essendo clandestina, aveva luogo soprattutto al calar del sole. La fama degli italiani in tal senso oltrepassò i confini, tant'è che in ambiente francese la sodomia era definita "rapporto alla maniera italiana", mentre in Germania diventò sinonimo di "fiorentino".