Dian Fossey (1932-1985), primatologa americana celebre per aver dedicato buona parte della sua vita allo studio dei gorilla di montagna in Africa, compirebbe oggi 82 anni. Google la ricorda con un Doodle insieme alle creature da lei amate e difese fino alla morte: i primati che tanto ci assomigliano e che Dian Fossey difese strenuamente dal bracconaggio, fino a pagare con la sua stessa vita. Ecco la storia di Dian Fossey.
Gli anni giovani di Dian Fossey
Zoologa di eccezionale sensibilità, la Fossey trascorse 18 anni a Karisoke, in una remota foresta del Ruanda nei pressi dei monti Virunga, accanto ai gorilla, creature che imparò ad avvicinare con delicatezza e remissività, e che conobbe come nessun etologo aveva fatto prima di lei.
Da sempre appassionata di veterinaria, si era avvicinata alla professione solo in un secondo momento: nata il 16 gennaio 1932 a San Francisco, al momento di intraprendere la carriera universitaria, Dian aveva optato per un corso di pre-veterinaria all'Università della California, ma si trovò costretta ad abbandonarlo per le grosse difficoltà incontrate nella fisica e nella chimica.
Divenne allora terapista occupazionale: una scelta che le tornò utile successivamente (diceva di utilizzare, nell'approccio con i gorilla, alcune tecniche che aveva sperimentato sui bambini autistici).
Tre amiche dei primati
Durante un periodo sabbatico dal lavoro, nel 1963, decise di trascorrere alcune settimane in Africa, tra Kenya, Tanzania, Congo e Zimbabwe. Fu in questa occasione che avvenne l'incontro che le cambiò la vita, quello con l'archeologo e paleontologo britannico Louis Leakey (il marito di Mary Leakey, la paleontologa a cui Google ha dedicato un altro Doodle), che avrebbe finanziato le sue ricerche sui gorilla in Congo.
Leakey fu il primo a scommettere sul talento di Dian e di altre due donne zoologhe, Jane Goodall e Biruté Galdikas, esperte rispettivamente di scimpanzé e oranghi (il terzetto fu soprannominato "The Trimates", un termine che vuole significare "le tre compagne" ma che ha anche un'assonanza con primati).
Una donna coraggiosa
Abbandonato l'impiego come terapista, dopo aver studiato zoologia e imparato lo swahili, Dian Fossey iniziò a lavorare a Kabara, in Congo, dove riuscì, con i suoi modi dolci e silenziosi, ad avvicinare gorilla che avevano imparato a conoscere solo esseri umani senza scrupoli (i bracconieri). Ben presto, però, la zoologa dovette abbandonare il paese per il deterioramento della sua situazione politica, e si rifugiò in Ruanda.
Grazie anche ai finanziamenti della National Geographic Society e della Wilkie Brothers' Foundation fondò, in una remota foresta nella provincia del Ruhengeri, il Centro di Ricerca sui Gorilla di Karisoke, dove lavorò fino al 1985, anno del suo brutale omicidio.
All'attività scientifica, documentata dai famosi reportage di Bob Campbell, fotografo del National Geographic, alternò una sempre più aspra lotta con i bracconieri che uccidevano i gorilla o li rapivano per spedirli in zoo disposti a pagare profumatamente. Tra le vittime dei cacciatori di frodo cadde anche Digit, il giovane gorilla che accarezza i capelli di Dian nel disegno del Doodle, ispirato a un gesto che avvenne davvero.
La morte di Dian Fossey
E proprio dai bracconieri fu probabilmente organizzata l'imboscata che decretò la fine di Dian, trovata uccisa il 26 dicembre 1985 nella sua capanna a Karisoke, dalla stessa arma usata da questi uomini per uccidere i gorilla. Il vero mandante non fu mai trovato, e l'unico incriminato fu Wayne Richard McGuire, un assistente della Fossey (che conosceva bene le sue abitudini) che prima della condanna fece in tempo a fuggire negli Stati Uniti, da cui non venne mai estradato.
Dian Fossey diede inizio a un'attività di ricerca e tutela che continua ancora oggi, resa celebre al grande pubblico da un famoso film interpretato dall'attrice Sigourney Weaver e uscito nel 1988: Gorilla nella nebbia: la storia di Dian Fossey, un adattamento cinematografico del libro Gorilla in the mist scritto dalla Fossey in persona.
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