Inventati per gioco da Wendy Northcutt nel 1993, quando era studentessa di biologia molecolare a Berkeley, i Darwin Awards sono premi veri che ogni anno regalano un po' di fama a chi ha trovato il modo più bizzarro per togliere dalla circolazione i propri geni, perché si sono tolti dalla circolazione essi stessi o perché hanno trovato un modo originale (ma soprattutto... idiota) di "perdere" ogni capacità o possibilità riproduttiva. Da qui il riferimento all'evoluzionista Charles Darwin, che sottintende anche alla vocazione pseudo-scientifica del libro e del sito web da cui è iniziato tutto. Un catalogo dell'autodistruttività umana, aggiornato pescando nelle pagine di nera dei giornali e grazie alle segnalazioni dei lettori. Che possono anche votare a loro volta per le "azioni autodistruttive più clamorose".
Raccontare la morte. Il riferimento al papà degli evoluzionisti farebbe pensare a una scienza "esatta". Ma non è questo il caso. I redattori del sito si limitano a verificare che le storie pubblicate siano vere, quando lo sono, ma nulla di più. Raccontando la morte come manifestazione dell'assurdo e del grottesco, il sarcasmo mette ko qualsiasi pretesa dei
lettori di vederci più chiaro. Molti dettagli pre e post mortem sono omessi (e non è un male). Ogni avvenimento viene ricomposto seguendo esclusivamente un filone di narrazione grottesca e poco scientifica, e le ragioni che hanno spinto qualcuno a suicidarsi, spesso senza volerlo, o a liberare l'umanità del proprio patrimonio genetico (autocastrazioni), vengono fatte risalire quasi e unicamente alla stupidità. Sebbene, come è solita ripetere Wendy Northcutt, quando sulla scia dei suoi bestseller viene invitata a tenere conferenze nelle varie università americane, la stupidità riveste un ruolo fondamentale nell'evoluzione umana.
Ci vuole criterio. Anzi, cinque. I criteri per ricevere un Darwin sono 5: impossibilità di riprodursi, strabiliante assenza di capacità di giudizio, essere causa della propria dipartita, essere in grado di intendere e volere e possibilità di verificare l'evento attraverso i media. In più, la Northcutt si riserva la possibilità di premiare le morti più sensazionali, come può esserlo accarezzare uno squalo mentre si aggira famelico attorno alla carcassa di una balena, rispetto a quelle scontate, come, tanto per rimanere in campo zoologico, arrampicarsi sulla gabbia di un animale feroce. L'originalità è insomma eletta a principale criterio di selezione delle "nomination", in una specie di esorcismo al quadrato della paura di morire, che evidentemente non supereremo mai. E dunque, come diceva Andy Warhol, «tanto vale tenersi distratti».
Sesso sicuro e testa sul collo! Che cosa vuol dire essere originali fino alla fine? Chi ha inventato i Darwin ha le idee abbastanza chiare a riguardo.
Ogni anno vengono sottoposte al voto dei lettori una ventina di storie, le finaliste, quelle che hanno ricevuto il maggior numero preferenze (sullo stile delle nomination). Tra le storie che nel 2007 hanno ricevuto più voti c'è quella di due ventenni ritrovati nudi e moribondi in mezzo alla strada. La polizia del South Carolina (Usa) ha pensato a un maniaco o a qualcosa del genere, ma quando gli investigatori hanno hanno cominciato a fare domande, hanno scoperto un'altra verità: i due erano caduti da un tetto, durante un rapporto sessuale. I loro vestiti erano ancora lì. «L'espressione "sesso sicuro" assume un altro significato quando ti trovi appollaiato sul bordo di un tetto...», è stato il commento di uno dei redattori del sito.
Darwin Award per la sfiga al cubo. Nel campionario delle storie che hanno fatto la fortuna dei Darwin ce n'è una riportata dal Mainichi Daily News nel 2001. Un tizio, in Giappone, dopo aver deciso di farla finita si porta in casa una tanica di propano, un idrocarburo usato anche come combustibile, che in grandi quantità riduce la concentrazione di ossigeno nell'ambiente. La parola di questa storia chiave è "grandi quantità", nel senso che una tanica, per suicidarsi così, non basta. Sicché l'uomo, stordito dagli effluvi, non muore ma perde coscienza per qualche ora. Su quello che succede al suo risveglio possiamo solo fantasticare. Immaginiamo che sia felice. Felice di averla scampata, e tra sé e sé magari dice: «... ma chi me l'ha fatto fare?», e per festeggiare lo scampato pericolo si accende una sigaretta. Il propano non sarà tanto velenoso, ma tanto infiammabile sì. Anzi, diciamo pure "esplosivo". E con il nostro Darwin si polverizza anche buona parte della casa.
Come perdere la testa... Nel '96, a fornire il materiale per un Darwin è nientemeno che il New Scientist, raccontando di un contadino polacco che per dimostrare di essere un uomo vero si è tagliato la testa da solo. È successo che il trentenne Krystof Azninski era in preda a una sonora sbornia, quella sera, e aveva deciso di fare un gioco con gli amici. Il "gioco" consisteva nel fare cose da uomini veri, di quelle che di solito da sobri non si fanno. Tipo spogliarsi nudi e colpirsi l'un l'altro con dei ghiaccioli delle dimensioni di una lancia (ma cosa avevano bevuto?). Poi l'ideona: «Adesso mi taglio un dito del piede», fa uno. Al che Azninski gli scippa la sega elettrica e lo sfida: «Ah, sì? E allora guarda questo», e si tronca la testa di netto.
Commenti dei presenti (evidentemente ancora sotto l'effetto dell'alcol o di chissà cos'altro): «Krystof sarà pure uno che da piccolo si metteva le mutande della sorella, ma accidenti se è un uomo»...
... o lasciarla a bagno nel lavello. Per sempre. Del resto, che ci sia un collegamento tra Darwin e sbronze è acclarato. Come spiegare altrimenti il gesto di un uomo che, tornato a casa dopo una notte brava e non trovando le chiavi, decide di entrare dalla finestra della cucina? Fin qui, niente di strano. Ma il problema è che la finestra è di quelle a ghigliottina e si apre, verso l'alto, solo la metà inferiore. Così, quando l'anonimo cittadino di Wolfsberg (Austria) prova a intrufolarsi riesce a fare passare solo la testa. Ah, un dettaglio: la finestra si affaccia sul lavello di cucina. Nel tentativo di liberarsi, chissà come il nostro Darwin austriaco apre il rubinetto dell'acqua calda, il lavello si riempie e lui ci finisce con la testa dentro. E così viene trovato l'indomani, morto stecchito. Domande che ancora non hanno trovato una risposta: perché il malcapitato non ha chiuso il rubinetto? E, soprattutto, perché prima di rassegnarsi ad aver perso le chiavi non si è guardato in tasca? È lì che le ha trovate la polizia.
Autocastrazione: non è come ammazzarsi, ma funziona. I Darwin Award prevedono anche una speciale menzione per chi si auto-impedisce di riprodursi. In fondo, secondo la curatrice del premio, anche questo è un modo per eliminare il proprio corredo genetico dalla faccia della Terra. E la pratica dell'auto-castrazione, a scorrere il palmares dei Darwin, è molto, molto diffusa. Uno dei casi più eclatanti è quello di un giovane australiano di 26 anni che ha, diciamo così, rinunciato alla propria capacità riproduttiva grazie a un petardo. Un petardo infilato proprio lì. Se era acceso? Sì. Nel referto dei medici che lo hanno soccorso si legge di ferite simili a quelle che potrebbe provocare una bomba. Addio a "tutto", e chissà se poi l'ha consolato il Darwin...
Scegliere la taglia giusta. "La prima legge dei Darwin Awards", si legge sul sito, "è che per noi è un dovere celebrare l'autorimozione di materiale genetico incompetente dalla razza umana... La morte è il mezzo tradizionale, ma ogni tanto anche la castrazione dà i suoi frutti". E come se li dà (anche se tardi). Prendete per esempio Nicolae, un 43enne romeno che al quinto figlio capisce che è venuto il momento di cominciare a usare degli anticoncezionali e si presenta all'appuntamento notturno con la moglie armato di un bel preservativo.
Ahilui, però, non sa che di preservativi ne esistono di diverso tipo e dimensione e si accorge solo sul fatto che quello che ha acquistato è evidentemente troppo largo. Chissà, forse aveva di sé un'immagine che non corrispondeva alla realtà. Dunque, che fare? Nicolae, che gli amici descrivono come un uomo pratico, trova subito la soluzione: incollarselo addosso. E lo fa. Domanda: che cosa succede quando si incolla del lattice sulla pelle? La risposta la daranno i medici a cui si rivolge lo sventurato quando si accorge che il preservativo è diventato tutt'uno coi suoi gioielli di famiglia. Che poi era proprio quello che in parte desiderava: non sapendo che i preservativi sono usa e getta, pensava di lasciarlo al suo posto, pronto per essere utlizzato al successivo incontro nuziale. Ma non funziona così, e per asportarlo i medici hanno rimosso anche buona parte di quello che c'era dentro.
Brucia e vinci. E la disavventura del solerte padre di famiglia è pure poco rispetto a quello che è capitato a un giovane informatico neozelandese. Thomas, si chiama così, doveva essere uno di quelli che pensano che nella vita è come nei videogiochi: se ti ferisci, da qualche parte nel percorso si trova sempre un antidoto che ti rimette in forze. Altrimenti come spiegare l'idea di cospargere il proprio pene di benzina, e dargli fuoco, dopo averlo legato a un crocifisso bianco? Una cosa che vengono i brividi solo a scriverla. Anche perchè Thomas ha portato a termine la sua bravata, per partecipare a una gara, indetta da una marca di birra, secondo cui gli avventori dei pub neozelandesi avrebbero dovuto fare la cosa più folle mai vista per vincere un premio in denaro. Premio che prevedibilmente il nostro ha vinto. Assieme al Darwin Award e a un soggiorno gratuito di due settimane in un ospedale locale.
Eccitanti aspirazioni. In ogni caso, se c'è una cosa che i Darwin insegnano è che di modi per smettere di fare figli ce ne sono molti. C'è per esempio chi si spara un piombino proprio lì. O chi esce dal laboratorio dopo essersi messo in tasca sostanze altamente infiammabili. E ancora chi decide di provarci con... l'aspirapolvere (un classico). In questo caso il nostro eroe è un uomo di 51 anni del New Jersey (Usa) che un bel giorno decide di soddisfare le sue fantasie erotiche con l'aggeggio elettronico che usa per rimuovere la polvere. «Ma non aveva realizzato», si legge sul sito «che l'azione del suo aspirapolvere portatile era dovuta a una lama che roteava giusto all'estremità del tubo, vicino al sacchetto per la polvere. La sua ricerca del piacere è durata giusto il tempo di infilare il pene nel tubo, quando la lama gliene ha portato via un pezzo». All'arrivo della polizia l'uomo ha prima dichiarato di essere stato aggredito durante il sonno, poi, messo alle strette, ha detto di non ricordare nulla. La vicenda si è conclusa in ospedale, dove i medici sono riusciti a fermare l'emorragia. Il "faina" è ancora vivo, «ma la sua abilità di riprodursi è stata dimezzata», si legge nella motivazione del Darwin.
Difficile da calpestare. A oggi le leggende metropolitane che hanno avuto l'onore di essere inserite nel calderone dei Darwin sono 39, ma il numero è destinato a crescere vista e considerata la quantità storie per cui non si trovano conferme che i redattori del sito hanno tra le mani. Come, tanto per fare un esempio, la vicenda di un uomo che si sarebbe fatto richiudere in un sacco di plastica, esigendo che dopo vi si aspirasse tutta l'aria con un aspirapolvere per scoprire che effetto fa vivere sotto vuoto pneumatico. Dunque l'elenco potrebbe arricchirsi molto presto, dando del filo da torcere (nel senso di rubare voti) a storie come quella di uomo particolarmente sfortunato. Prima viene investito dalla sua stessa moto, che aveva avviato per provarne l'accensione. Poi, tornato a casa dall'ospedale, va in bagno per accendersi una sigaretta senza sapere che la moglie vi aveva riposto una tanica di carburante della stessa moto. Certo che doveva averne di immaginazione, chi se l'è inventata. Anche se mai quanta l'autore di un'altra leggenda, stavolta riguardante il guardiano di uno zoo tedesco. L'uomo, preoccupato della stitichezza di uno degli elefanti, avrebbe pensato bene di dargli 22 dosi di lassativo per animali. Il risultato non si sarebbe fatto attendere: 200 chili di letame che sommergono definitivamente lo zelante guardiano.
Stupid. C'è infine un'altra sezione del sito che a questo punto del viaggio nell'umana follia (quella di chi compie certe azioni e quella di chi le cataloga), vale la pena visitare. È la sezione "Stupid", che sta per stupido, deficiente, scemo, ottuso... proprio come doveva essere l'uomo che nel '99 si trovava in Florida per una battuta di pesca con un amico, quando avvistò delle pinne. Chissà, forse il suo sogno era quello di fare il bagno coi delfini. Fatto sta che si tuffò, nuotando verso il branco. E mal gliene incolse: erano squali, e di quelli cattivi (ma come, vi chiederete, uno se ne va a pesca in Florida e non sa che lì ci sono gli squali? Ebbene sì). Un altro campione della categoria è il tizio newyorkese che dopo aver violentato una donna, e dopo averle portato via portafogli e telefonino, ben pensò di lasciarle il suo numero affinché lei potesse richiamarlo. Fatto. Ma, quando lui si presentò all'appuntamento, con una birra in mano, indovinate chi c'era ad attenderlo? Non merita un Darwin?
Votati ogni anno con un sistema di nomination simile a quello degli Oscar, i Darwin devono soprattutto essere veri e tanto stupefacenti da lasciare senza parole. Come quello assegnato quest'anno a due acrobati del sesso o, in passato, a chi si è mozzato la testa per scommessa.
Che cosa vuol dire essere originali fino alla fine? Chi ha inventato i Darwin ha le idee abbastanza chiare a riguardo. Ogni anno vengono sottoposte al voto dei lettori una ventina di storie, le finaliste, quelle che hanno ricevuto il maggior numero preferenze (sullo stile delle nomination). Tra le storie che nel 2007 hanno ricevuto più voti c'è quella di due ventenni ritrovati nudi e moribondi in mezzo alla strada. La polizia del South Carolina (Usa) ha pensato a un maniaco o a qualcosa del genere, ma quando gli investigatori hanno hanno cominciato a fare domande, hanno scoperto un'altra verità: i due erano caduti da un tetto, durante un rapporto sessuale. I loro vestiti erano ancora lì. «L'espressione "sesso sicuro" assume un altro significato quando ti trovi appollaiato sul bordo di un tetto...», è stato il commento di uno dei redattori del sito.
Darwin Award per la sfiga al cubo
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Come perdere la testa...
Nel '96, a fornire il materiale per un Darwin è nientemeno che il New Scientist, raccontando di un contadino polacco che per dimostrare di essere un uomo vero si è tagliato la testa da solo. È successo che il trentenne Krystof Azninski era in preda a una sonora sbornia, quella sera, e aveva deciso di fare un gioco con gli amici. Il "gioco" consisteva nel fare cose da uomini veri, di quelle che di solito da sobri non si fanno. Tipo spogliarsi nudi e colpirsi l'un l'altro con dei ghiaccioli delle dimensioni di una lancia (ma cosa avevano bevuto?). Poi l'ideona: «Adesso mi taglio un dito del piede», fa uno. Al che Azninski gli scippa la sega elettrica e lo sfida: «Ah, sì? E allora guarda questo», e si tronca la testa di netto. Commenti dei presenti (evidentemente ancora sotto l'effetto dell'alcol o di chissà cos'altro): «Krystof sarà pure uno che da piccolo si metteva le mutande della sorella, ma accidenti se è un uomo»...
... o lasciarla a bagno nel lavello. Per sempre
Del resto, che ci sia un collegamento tra Darwin e sbronze è acclarato. Come spiegare altrimenti il gesto di un uomo che, tornato a casa dopo una notte brava e non trovando le chiavi, decide di entrare dalla finestra della cucina? Fin qui, niente di strano. Ma il problema è che la finestra è di quelle a ghigliottina e si apre, verso l'alto, solo la metà inferiore. Così, quando l'anonimo cittadino di Wolfsberg (Austria) prova a intrufolarsi riesce a fare passare solo la testa. Ah, un dettaglio: la finestra si affaccia sul lavello di cucina. Nel tentativo di liberarsi, chissà come il nostro Darwin austriaco apre il rubinetto dell'acqua calda, il lavello si riempie e lui ci finisce con la testa dentro. E così viene trovato l'indomani, morto stecchito. Domande che ancora non hanno trovato una risposta: perché il malcapitato non ha chiuso il rubinetto? E, soprattutto, perché prima di rassegnarsi ad aver perso le chiavi non si è guardato in tasca? È lì che le ha trovate la polizia.
Secondo la curatrice dei Darwin, Wendy Northcutt, l'autocastrazione è più diffusa di quanto si pensi, solo che se ne parla di meno, probabilmente per pudore. E comunque, anche questo è un modo efficace per eliminare il proprio patrimonio genetico dall'umanità.
I Darwin Award prevedono anche una speciale menzione per chi si auto-impedisce di riprodursi. In fondo, secondo la curatrice del premio, anche questo è un modo per eliminare il proprio corredo genetico dalla faccia della Terra. E la pratica dell'auto-castrazione, a scorrere il palmares dei Darwin, è molto, molto diffusa. Uno dei casi più eclatanti è quello di un giovane australiano di 26 anni che ha, diciamo così, rinunciato alla propria capacità riproduttiva grazie a un petardo. Un petardo infilato proprio lì. Se era acceso? Sì. Nel referto dei medici che lo hanno soccorso si legge di ferite simili a quelle che potrebbe provocare una bomba. Addio a "tutto", e chissà se poi l'ha consolato il Darwin...
Scegliere la taglia giusta
"La prima legge dei Darwin Awards", si legge sul sito, "è che per noi è un dovere celebrare l'autorimozione di materiale genetico incompetente dalla razza umana... La morte è il mezzo tradizionale, ma ogni tanto anche la castrazione dà i suoi frutti". E come se li dà (anche se tardi). Prendete per esempio Nicolae, un 43enne romeno che al quinto figlio capisce che è venuto il momento di cominciare a usare degli anticoncezionali e si presenta all'appuntamento notturno con la moglie armato di un bel preservativo. Ahilui, però, non sa che di preservativi ne esistono di diverso tipo e dimensione e si accorge solo sul fatto che quello che ha acquistato è evidentemente troppo largo. Chissà, forse aveva di sé un'immagine che non corrispondeva alla realtà. Dunque, che fare? Nicolae, che gli amici descrivono come un uomo pratico, trova subito la soluzione: incollarselo addosso. E lo fa. Domanda: che cosa succede quando si incolla del lattice sulla pelle? La risposta la daranno i medici a cui si rivolge lo sventurato quando si accorge che il preservativo è diventato tutt'uno coi suoi gioielli di famiglia. Che poi era proprio quello che in parte desiderava: non sapendo che i preservativi sono usa e getta, pensava di lasciarlo al suo posto, pronto per essere utlizzato al successivo incontro nuziale. Ma non funziona così, e per asportarlo i medici hanno rimosso anche buona parte di quello che c'era dentro.
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Brucia e vinci
E la disavventura del solerte padre di famiglia è pure poco rispetto a quello che è capitato a un giovane informatico neozelandese. Thomas, si chiama così, doveva essere uno di quelli che pensano che nella vita è come nei videogiochi: se ti ferisci, da qualche parte nel percorso si trova sempre un antidoto che ti rimette in forze. Altrimenti come spiegare l'idea di cospargere il proprio pene di benzina, e dargli fuoco, dopo averlo legato a un crocifisso bianco? Una cosa che vengono i brividi solo a scriverla. Anche perchè Thomas ha portato a termine la sua bravata, per partecipare a una gara, indetta da una marca di birra, secondo cui gli avventori dei pub neozelandesi avrebbero dovuto fare la cosa più folle mai vista per vincere un premio in denaro. Premio che prevedibilmente il nostro ha vinto. Assieme al Darwin Award e a un soggiorno gratuito di due settimane in un ospedale locale.
Eccitanti aspirazioni
In ogni caso, se c'è una cosa che i Darwin insegnano è che di modi per smettere di fare figli ce ne sono molti. C'è per esempio chi si spara un piombino proprio lì. O chi esce dal laboratorio dopo essersi messo in tasca sostanze altamente infiammabili. E ancora chi decide di provarci con... l'aspirapolvere (un classico). In questo caso il nostro eroe è un uomo di 51 anni del New Jersey (Usa) che un bel giorno decide di soddisfare le sue fantasie erotiche con l'aggeggio elettronico che usa per rimuovere la polvere. «Ma non aveva realizzato», si legge sul sito «che l'azione del suo aspirapolvere portatile era dovuta a una lama che roteava giusto all'estremità del tubo, vicino al sacchetto per la polvere. La sua ricerca del piacere è durata giusto il tempo di infilare il pene nel tubo, quando la lama gliene ha portato via un pezzo». All'arrivo della polizia l'uomo ha prima dichiarato di essere stato aggredito durante il sonno, poi, messo alle strette, ha detto di non ricordare nulla. La vicenda si è conclusa in ospedale, dove i medici sono riusciti a fermare l'emorragia. Il "faina" è ancora vivo, «ma la sua abilità di riprodursi è stata dimezzata», si legge nella motivazione del Darwin.
Anche le leggende metropolitane sono entrate a far parte dei Darwin Awards, a stabilire se siano vere o false sono gli stessi curatori del premio.
Ci sono mille modi strani per togliere il proprio patrimonio genetico dalla faccia della Terra, ma per fortuna non vengono tutti applicati. Molti, sono gli stessi curatori dei Darwin Awards a dirlo, non sono altro che leggende metropolitane spacciate per vere. Storielle horror che si arricchiscono di nuovi dettagli e assumono nuovi significati, passando di bocca in bocca, fino a avere vita propria. Ma agli esperti di morti strambe non sfugge nulla, e anche le "leggende" sono entrate a far parte dei Darwin Awards, con una sezione tutta loro. La differenza non è tanto nell'impatto che hanno sul nostro stomaco, perché tra realtà e finzione, nei Darwin, il confine è molto labile, e di sangue ne scorre comunque a fiumi. La differenza, piuttosto, sta tutta nell'assenza di una piccola frase riportata sotto il titolo delle storie d.o.c.: "Confirmed True by Darwin", garantito al cento per cento. Quando non c'è scritto, vuol dire che ciò che state per leggere presumibilmente è frutto dell'inventiva di qualche buontempone. "Apocrifi", come li definisce il sito, che maliziosamente si prende la sua rivincita e avverte: «Li abbiamo inclusi tra i Darwin perché servano da ispirazione per i nostri leggendari concorrenti...»
Difficile da calpestare
A oggi le leggende metropolitane che hanno avuto l'onore di essere inserite nel calderone dei Darwin sono 39, ma il numero è destinato a crescere vista e considerata la quantità storie per cui non si trovano conferme che i redattori del sito hanno tra le mani. Come, tanto per fare un esempio, la vicenda di un uomo che si sarebbe fatto richiudere in un sacco di plastica, esigendo che dopo vi si aspirasse tutta l'aria con un aspirapolvere per scoprire che effetto fa vivere sotto vuoto pneumatico. Dunque l'elenco potrebbe arricchirsi molto presto, dando del filo da torcere (nel senso di rubare voti) a storie come quella di uomo particolarmente sfortunato. Prima viene investito dalla sua stessa moto, che aveva avviato per provarne l'accensione. Poi, tornato a casa dall'ospedale, va in bagno per accendersi una sigaretta senza sapere che la moglie vi aveva riposto una tanica di carburante della stessa moto. Certo che doveva averne di immaginazione, chi se l'è inventata. Anche se mai quanta l'autore di un'altra leggenda, stavolta riguardante il guardiano di uno zoo tedesco. L'uomo, preoccupato della stitichezza di uno degli elefanti, avrebbe pensato bene di dargli 22 dosi di lassativo per animali. Il risultato non si sarebbe fatto attendere: 200 chili di letame che sommergono definitivamente lo zelante guardiano.
Stupid
C'è infine un'altra sezione del sito che a questo punto del viaggio nell'umana follia (quella di chi compie certe azioni e quella di chi le cataloga), vale la pena visitare. È la sezione "Stupid", che sta per stupido, deficiente, scemo, ottuso... proprio come doveva essere l'uomo che nel '99 si trovava in Florida per una battuta di pesca con un amico, quando avvistò delle pinne. Chissà, forse il suo sogno era quello di fare il bagno coi delfini. Fatto sta che si tuffò, nuotando verso il branco. E mal gliene incolse: erano squali, e di quelli cattivi (ma come, vi chiederete, uno se ne va a pesca in Florida e non sa che lì ci sono gli squali? Ebbene sì). Un altro campione della categoria è il tizio newyorkese che dopo aver violentato una donna, e dopo averle portato via portafogli e telefonino, ben pensò di lasciarle il suo numero affinché lei potesse richiamarlo. Fatto. Ma, quando lui si presentò all'appuntamento, con una birra in mano, indovinate chi c'era ad attenderlo? Non merita un Darwin?