Dal latino librum, che indica una delle tre parti della corteccia dell’albero, la più interna e morbida (le altre sono scorza e alburno). La radice europea del termine è "lap" (sbucciare). In alcune piante, come il papiro o il lino, il libro si presenta come una lamina fibrosa. Staccata e fatta seccare, veniva utilizzata fin dai tempi degli antichi Egizi per scrivere.
[Se non leggi mi cancello: il libro che non può aspettare]
Pre-carta
Solo in un secondo tempo, sotto l’impero di Alessandro Magno, apparve una sorta di antenata della carta, fatta con filamenti di papiro tessuti tra loro, impastati con il fango del Nilo e lasciati asciugare. Libro passò per estensione a indicare l’insieme di fogli uniti e contenenti uno scritto.
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Una curiosità: anche il termine greco byblos (dal fenicio gybl) nasce con lo stesso significato. Indica la lamina interna e flessibile delle piante su cui si poteva scrivere, ovvero il "libro".
[Qual è l'autore più tradotto al mondo? - Da cosa deriva l'odore caratteristico delle biblioteche?]
Da dove viene la parola libro?
