Si tratta di espressioni che hanno origini antiche e significano, con varie sfumature, la stessa cosa: villano, maleducato, ignorante. Ovviamente la lista potrebbe continuare all'infinito, ma vi proponiamo alcuni dei termini più diffusi.
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Cafone
Dalla voce osca cafà (cavità, da cui cafar, zappare), allusiva al contadino che cava la terra (gli Oschi, o Osci, erano una popolazione che viveva in Campania prima dei Romani). Potrebbe però derivare anche dal latino cabo/cabonis (cavallo castrato, incrocio di cavallo e cappone), o dal greco kofós, sciocco, o skaphéus (zappatore) o kakofonós (chi parla in modo sgradevole al cittadino, perché campagnolo e perciò rozzo).
Bifolco
Da una parola tosco-umbra o etrusca, che significa “chi guida i buoi nell’aratura”, entrata poi nel latino come bufulcus e infine in italiano. Come spesso accade per voci che indicano contadini e allevatori, è passata a significare rozzo, di modi grezzi, ignorante.
Burino
Probabilmente da burra, una parte dell’aratro, o da burrino (una scodella usata dai contadini). Tipicamente romano, indicava inizialmente i campagnoli che giungevano dalla Romagna nei dintorni di Roma per coltivare la terra. Potrebbe derivare anche da bulino, arnese a punta, sempre per indicare chi usa attrezzi agricoli.
Buzzurro
Fu assegnato ai montanari svizzeri che d’inverno scendevano nel Centro Italia per vendere caldarroste, polenta e castagnaccio o esercitare il mestiere di spazzacamino. Forse deriva dal tedesco Putzer (pulitore), riferito ai camini, o da Butzemann, l’uomo nero. L’uso del termine si è poi esteso a indicare chi si trasferiva dal Nord a Roma dopo l’Unità d’Italia e poi a chiunque provenisse dalla campagna: dunque persona villana, incivile.
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