La battaglia di Canne, del 2 agosto del 216 a.C. è stata una delle più schiaccianti sconfitte per l'esercito romano. I Cartaginesi, guidati da Annibale, accerchiarono e distrussero quasi completamente l'esercito romano, guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone. È stata, in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte subite da Roma.
Cosa sarebbe successo se l'Urbe avesse accettato la sconfitta senza riorganizzare il suo esercito e sconfiggere Cartagine? Come, invece, poi avvenne nel 146 a.C. con la terza guerra punica che segnò la definitiva supremazia di Roma sul mar Mediterraneo.
La storia con i se. Secondo gli storici, se i Cartaginesi avessero sconfitto i Romani, il dominio dell'Urbe sarebbe stato rimandato, Cartagine avrebbe ripreso il controllo della Spagna e avrebbe fondato un impero commerciale.
La resa. Canne (Puglia), 2 agosto del 216 a.C. Roma è sconfitta dall'esercito cartaginese, le vittime sul campo sono 50mila. In due anni di guerra, le perdite romane raggiunsero quota 150mila, una cifra spaventosa per l'epoca. Se Roma si fosse arresa, i Cartaginesi l'avrebbero risospinta nel territorio laziale, ma non avrebbero distrutto l'Urbe. Annibale, in un trattato con Filippo il Macedone, aveva infatti stabilito – in caso di vittoria – di contenere il nemico e nulla più.
Egemone. Lo stratega fenicio avrebbe riconquistato il territorio iberico perduto in precedenza e consolidato l'impero commerciale fenicio sul Mediterraneo. Morto Annibale, Roma avrebbe però rialzato la testa e mostrato la superiorità del proprio sistema: dare la cittadinanza alle genti conquistate e non limitarsi a stipulare alleanze, come faceva Cartagine.