Il campione del mondo di poker Amarillo “Slim” Preston, diceva: «Se nella prima mezz’ora non capisci chi è il pollo, allora il pollo sei tu». Ma, a quel punto, potrebbe essere troppo tardi. I bari sono esperti nell’arte dello spennare, e lo fanno utilizzando una serie di accorgimenti da cui – se si è allertati – ci si può difendere. Ecco come.
I trucchi si basano su abilità da prestigiatori e cominciano dal mescolamento delle carte: la “falsa alzata” sta nel fare un’alzata regolare ma poi, con un gesto velocissimo, ricomporre il mazzo come era prima; il “falso miscuglio” è fingere di mescolare le carte, ma in realtà lasciandole intatte. C’è anche una tecnica più raffinata: si lascia volutamente una fiche più vicina a chi distribuisce le carte. Spostandola, questo ne approfitta per “tagliare” irregolarmente il mazzo: gli occhi di tutti, infatti, si concentrano sulla fiche che viene spostata verso il centro del tavolo e non si fa caso ad un falso miscuglio.
Occhio a tutte le superfici riflettenti: i veri bari non usano specchi o vetrine di mobili. A loro basta un cucchiaino appoggiato alla tazzina del caffè, oppure un ferma banconote. In certi casi basta la superficie del caffè! Attenzione, poi, alle carte segnate: non ci sono segni vistosi, i professionisti più bravi riconoscono anche i graffietti di un’unghia, come scrive il giornalista Cesare Lanza. Le carte possono essere segnate con un inchiostro particolare e lette con lenti a contatto speciali.
C’è un libretto scritto da un anonimo, “I segreti dei grandi bari”, che insegna come smascherare questo trucco: per esempio, leggendo le carte attraverso una carta di caramella, trasparente e rossa. Oppure osservando gli occhi degli avversari: se indossano quelle particolari lenti, avranno iridi irritate. C’è poi lo “sfilo”, ovvero sfilare la seconda o ultima carta distribuendola al posto della prima. Qualcuno ricorre al mazzo gemello: un altro mazzo con carte sistemate a dovere e tirato fuori (abilmente) al momento opportuno.
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