Squali, piovre o insetti giganti, scimmioni, dinosauri... Di animali cattivissimi che ci hanno spaventato (e divertito) al cinema ce ne sono stati tanti, e ce ne saranno altrettanti. Ma qual è il predatore più utilizzato nei blockbuster da paura di Hollywood? Se lo è chiesto Brianna Le Busque, zoologa - e cinefila - dell'Università del South Australia, che ha analizzato 680 pellicole del genere creature feature, cioè film horror con gli animali usati come "cattivi", prodotti negli ultimi 100 anni della storia del cinema. «Abbiamo così scoperto che gli squali appaiono un quinto delle volte, seguiti dal 19% di ragni e insetti, il 12% dei dinosauri, l'8% dei serpenti e il 6% dei coccodrilli», ha spiegato Le Busque sul Journal of Environmental Media. «Lupi, orsi, primati e piranha sono intorno al 3%, mentre piovre, ratti, grandi felini, orche, iene, lucertole, pipistrelli, uccelli e amebe appaiono nell'1-2% dei film».
Poveri squali. È evidente che questo genere di film pesca dalle nostre paure ancestrali, come quelle di ragni e serpenti, ma con una eccezione: gli squali. Prima de Lo Squalo di Steven Spielberg, del 1975, questi predatori marini erano infatti assenti nel cinema horror. «È solo l'enorme successo di quel film ad averli fatti diventare i cattivissimi per antonomasia. Certo che, averli presentati come una sorta di serial killer dei mari che, invece di nutrirsi di animali marini, non aspettano altro che fare banchetti di carne umana, non ha giovato molto alla protezione degli squali nel mondo reale». E dire che gli studi sono rassicuranti: agli squali bianchi non interessano gli umani.
Tratto dallo speciale Domande&Risposte ogni mese su Focus in edicola.