La suddivisione in versetti della Bibbia risale alla stesura più antica del testo, cioè in lingua ebraica e con un alfabeto composto di sole consonanti. Quando, nell’VIII secolo, fu messo a punto il sistema vocalico dell’ebraico (dalla scuola di Tiberiade), fu anche fissata per sempre la distinzione in versetti: a essi corrispondeva anche una lettura di tipo musicale, come una cantilena.
Come avviene la suddivisione. Per versetto, nella Bibbia, si intende: se si tratta di poesia, un verso (o meglio due stichi, cioè due versi con la stessa struttura metrica, come nei Salmi). Se invece si tratta di prosa, un versetto corrisponde a un pensiero, o a metà pensiero. La distinzione in capitoli, che era già presente anch’essa nella tradizione ebraica, fu resa definitiva soltanto nel XIII secolo. L’Antico testamento cristiano ed ebraico, oggi, sono uguali: le uniche differenze si trovano in quelle parti che la tradizione cristiana cattolica e ortodossa hanno preso dalla versione greca della Bibbia (il libro di Ester e di Daniele, per esempio). In questa versione, che comprende alcune parti in più rispetto alla versione ebraica, la numerazione dei versetti ovviamente cambia. I cristiani protestanti, invece, seguono il canone ebraico.