Rintracciare documenti sull'esistenza del leggendario sovrano è una sfida che appassiona gli studiosi da secoli e che ha permesso di fare qualche passo avanti. Ma non sono mai stati trovati scritti o iscrizioni su Artù a lui contemporanee. I testi che parlano di re Artù dicono che visse tra il V e il VI secolo d.C., dopo la fine della dominazione romana in Britannia (410 d.C.).
Ma la più antica citazione del suo nome si trova nella Historia Brittonum, redatta nel IX secolo. Che non cita un "re", ma narra le gesta di un soldato con quel nome, ricordandolo come un comandante che difese i domini del sovrano dei Britanni dagli invasori Sassoni, sconfitti da Artù in ben 12 battaglie.
Leggenda Globale. Racconti e leggende su un personaggio simile circolavano anche altrove. Di Artù si narrava in Irlanda, in Normandia (dove il suo nome appare nei testi nel 1050) e addirittura in Italia. Esiste infatti un bassorilievo del Duomo di Modena, datato 1100, raffigurante il re e i suoi cavalieri che salvano la regina Ginevra da alcuni briganti. Sarebbe la prima rappresentazione artistica di Artù.
Artù e gli altri. Fu però nel 1136, con l'Historia Regum Britanniae del gallese Goffredo di Monmouth, che la figura di Artù e quella di mago Merlino iniziarono a essere delineate come le conosciamo. E soltanto nel 1485 la storia di Artù prese una forma definitiva, quando sir Thomas Malory pubblicò La morte d'Arthur, in cui apparivano per la prima volta Lancillotto, la Tavola Rotonda, Camelot e il Graal.
A caccia di indizi. La ricerca di prove archeologiche è ancora più difficile. Nel 1998 è emerso un nuovo indizio: una lastra di ardesia, di 25x20 cm e databile al VI secolo, trovata presso Tintagel, in Cornovaglia. Vi è inciso, in latino volgare, "Pater Coliavificit Artognov" che, secondo il linguista Charles Thomas, significa "Artognov [che si legge Artnù], padre di un discendente di Coll, ha fatto costruire questo [luogo]". Ovvero Tintagel che, nella leggenda, è il luogo di nascita di re Artù.