Come tutti sanno, “dare il cinque” consiste nel battere con la mano su quella di un’altra persona come segno di confidenza, amicizia, accordo. Il numero “cinque” è quello delle dita che si sovrappongono.
L’usanza è nata nel mondo del jazz ed è documentata nel primo film sonoro della storia, Il cantante di jazz, con Al Jolson (1927). E si è poi diffusa in altri ambiti.
Nello sport si comincia a battere le mani più in alto, all’altezza della testa, e il gesto è battezzato “High five”: secondo una delle versioni sulla sua origine, lo fecero per la prima volta nel 1977 Glenn Burke e Dusty Baker, giocatori /settings/index.php?s=c_article&t=archive&token=nt5&ida=27695&fm=modifydi baseball.
Le espressioni “Give me five” o “High five” e il gesto si incontrano in film, canzoni, spot. In Italia l’usanza si è diffusa prima nel Nord. C’è chi ritiene che “il cinque” rappresenti la forza universale, la fratellanza, l’emancipazione razziale ecc.
Negli Usa, dal 2002, si celebra ogni 3° giovedì di aprile il “National High Five Day”.