Vi siete mai chiesti quale sia la differenza tra il termine favola e fiaba? Forse no. Anche perché, generalmente, siamo noi i primi a non farci caso quando ne raccontiamo una ai bambini. Le due parole sono talvolta usate come sinonimi per indicare lo stesso tipo di racconto, quello cioè caratterizzato dalla presenza di creature immaginarie, luoghi fantastici e una trama "adatta" ai bambini. In effetti "fiaba" e "favola" derivano entrambe dal latino fabula ("racconto"), ma si riferiscono a due generi diversi. Come distinguerli allora?
fiaba o favola? Occhio al finale. Innanzitutto dalla lunghezza e dai protagonisti della storia: la fiaba è un componimento di lunghezza media, con personaggi umani, animali e figure fantastiche come i racconti di Cenerentola o Biancaneve. a favola è invece più breve e i suoi protagonisti sono spesso degli animali antropomorfizzati, con pregi e difetti propri dell'uomo, come per esempio La volpe e l'uva o La lepre e la tartaruga.
L'elemento che però più di tutti distingue i due generi lo ritroviamo nella conclusione: la fiaba ha sempre un epilogo positivo in cui il bene riesce a trionfare sul male; al contrario, il finale della favola è di solito tragico e svela una "morale", cioè un insegnamento relativo all'etica e al giusto comportamento. Un esempio per tutti: Cappuccetto Rosso. La versione originale di Charles Perrault, infatti, finisce drammaticamente quando la bambina viene mangiata dal lupo, senza cacciatori che tagliano la pancia del lupo per salvarla. Quindi, la morale era ben chiara: mai fidarsi degli sconosciuti.
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