Meno consumi di corrente elettrica, meno incidenti, maggior produttività, meno attacchi di cuore: sono alcuni degli aspetti positivi che la statistica collega all’eliminazione della nostra nazionale dal mondiale di calcio.
Magra consolazione? Probabilmente sì, almeno per molti, ma è questa la singolare conclusione di uno studio inglese che ha analizzato i risvolti socio-economici delle partite di calcio più importanti e seguite.
La ricerca è stata condotta sui comportamenti registrati nel Regno Unito durante la FIFA World Cup del 2010 ed è stata pubblicata qualche settimana fa.
Serate… elettrizzanti
Il National Grid, l’ente britannico che sovrintende la gestione della rete elettrica, ha rilevato che i maggiori consumi di energia si hanno proprio durante le partite dei Three Lions.
Il picco storico risale al mondiale di Italia '90 e fu registrato nei secondi immediatamente successivi al rigore segnato da Chris Waddle in semifinale contro la Germania Ovest.
Rissosi, anche nella vittoria
Secondo la sanità britannica quando la nazionale inglese perde partite importanti il numero di persone che si reca al pronto soccorso per risse casalinghe aumenta di quasi un terzo. Colpa dell’alcool, che durante le partite scorre a fiumi, e dello stress provocato dal vedere la propria squadra del cuore in difficoltà. Per fortuna noi italiani consumiamo in media meno alcool dei tifosi inglesi.
A conferma del ruolo giocato dalla birra in questa poco edificante classifica ci sono i dati della polizia di Manchester, che durante il mondiale del 2010 ha registrato un notevole incremento degli arresti per ubriachezza molesta.
Ma lo sport ha anche qualche risultato positivo: in Uruguay, quando gioca la nazionale di calcio, i furti nelle abitazioni e le rapine per strada diminuiscono drasticamente, poiché anche i delinquenti sono incollati alla TV.
Tifosi cuor di leone
La nazionale fa battere il cuore e in alcuni casi sembra funzionare meglio della medicina: uno studio condotto nel 1998 in Francia nel giorno in cui i transalpini vinsero il mondiale evidenzia una significativa riduzione degli infarti rispetto alla media.
Al contrario un risultato negativo può scatenare reazioni pericolose: sempre nel 1998, la sconfitta dell’Inghilterra ai rigori contro l’Argentina coincise con un aumento del 25% degli infarti al miocardio rispetto alla media.
Numerosi studi condotti in diversi paesi hanno comunque confermato che in alcuni momenti le partite di calcio possono trasformarsi in eventi particolarmente stressanti per il cuore. Una ricerca tedesca condotta durante il mondiale del 2006 aveva evidenziato come i big match possono raddoppiare il rischio cardiaco nei soggetti particolarmente predisposti.
Occhio alla Borsa
Avete soldi in Borsa? Potrebbe essere il momento per metterli sotto il materasso. Secondo Alex Edmans, docente di finanza alla London Business School, nei giorni immediatamente successivi all’eliminazione della nazionale dal mondiale la borsa potrebbe subire piccole contrazioni.
Lo studio è stato condotto su 1.100 incontri giocati in 39 paesi: l’eliminazione dalla coppa del mondo di calcio può portare a una riduzione degli indici dello 0,5% nel giorno successivo all’incontro incriminato. Edmans comunque rassicura che si tratta di conseguenze transitorie e che, in genere, vengono completamente riassorbite in tempi rapidi.
Sesso da campioni
Per avere un bambino occorre, tra le altre cose, essere dell’umore giusto. E una vittoria della propria squadra del cuore certamente contribuisce al buon umore. Lo conferma la statistica: esattamente 9 mesi dopo il goal di Iniesta che nel 2009 valse al Barcellona la Champions League, i principali ospedali della Catalunia registrarono picchi di nascite fino al 16% in più rispetto alla media. «L’euforia della vittoria porta le coppie a proseguire i festeggiamenti nell’intimità» si legge, non senza una buona dose di ironia, nello studio.
E in Italia? Beh, il mondiale sembra una buona occasione di business per le pizzerie a domicilio: secondo una recente ricerca di Astra per Comieco, durante i mondiali di calcio 23 milioni di tifosi consumeranno una pizza d’asporto o ne ordineranno una a domicilio almeno 3 volte, per un totale di quasi 70 milioni di porzioni. Certo ora che l'Italia è tornata a casa queste stime dovrebbero essere riviste... al ribasso.
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