Sono spazi verdi coltivabili ai margini delle città. Non appartengono a chi li coltiva ma in genere alle municipalità, che li assegnano a coltivatori non professionisti che ne fanno richiesta. Gli orti urbani hanno una storia che comincia a fine Ottocento con i francesi jardins ouvriers (giardini operai), promossi da Jules Lemire, prete e deputato riformista.
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Alla moda
Gli orti a ridosso delle città sono stati a lungo considerati antiestetici secondo i canoni urbanistici, e comunque retaggio di una dimensione paesana, luoghi da destinare solo al tempo libero degli anziani. Negli ultimi anni, però, in tutte le città europee e nordamericane il numero delle persone che vogliono coltivare un orto è andato via via crescendo. Giovani, donne, impiegati e professionisti si sono sostituiti a pensionati e operai. Spesso gli orti vengono coltivati in forma collettiva, come giardino comunitario. A Milano è nata addirittura una rete, quella delle Libere rape metropolitane, che raccoglie tutti gli orti e le realtà di verde spontaneo e “partecipato”.
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