Chi in un ristorante del futuro volesse ordinare un piatto di riso con manzo, potrebbe vedersi portare al tavolo del riso al manzo, vale a dire, chicchi di riso con manzo incorporato: un team di scienziati sudcoreani è infatti riuscito a coltivare cellule di muscolo e di grasso bovino all'interno del cereale più consumato al mondo, creando così un cibo ibrido e altamente proteico. L'esperimento è stato descritto sulla rivista Matter.
Come si ottiene. Jinkee Hong della Yonsei University (Corea del Sud) ha sfruttato la struttura ben organizzata e porosa dei chicchi di riso per imitare l'ambiente cellulare che permette alla carne coltivata di crescere nelle tre dimensioni. Oltre a fornire un'impalcatura solida alle cellule bovine, il riso ha anche nutrito e promosso la loro crescita attraverso alcune molecole al suo interno.
Per aiutare le cellule di manzo ad attaccarsi al riso, gli scienziati hanno rivestito i chicchi con gelatina di pesce, un materiale edibile e spesso usato in cucina. Dopodiché hanno "seminato" cellule di muscolo e di grasso bovino nel riso e lasciato il tutto in una coltura di petri per 9-11 giorni.
DI CHE COSA SA? Il riso si è rivelato la piattaforma ideale per questo tipo di test. Il prodotto finale è risultato sicuro da mangiare e a basso rischio allergenico, con un contenuto di proteine più elevato dell'8% e uno di grassi più alto del 7% rispetto al riso tradizionale. Meno appiccicoso e morbido del solito riso, ha un odore e un sapore vicini al manzo e alla mandorla quando è più ricco di cellule muscolari bovine, e simile al cocco, al burro e alla panna quando è più ricco di grasso.
Meno CO2 e prezzi abbordabili. Gli autori dello studio sono convinti che il prodotto finale potrebbe aiutare ad assumere in un colpo solo tutti i nutrienti di cui necessitiamo - per di più riducendo l'impatto ambientale, date le esorbitanti richieste di acqua e terre degli allevamenti animali e le emissioni di gas serra legate al consumo di carne e derivati animali (il 57% di tutte le emissioni derivate dalla produzione di cibo). Secondo Parl e colleghi, per ogni 100 grammi di proteine prodotte, il riso ibrido rilascerebbe meno di 6,27 kg di CO2, la semplice carne di manzo 49,89 kg. Inoltre il riso ibrido costerebbe 7 volte meno rispetto alla carne di manzo.
Davvero sostenibile? Difficile però immaginare che prodotti ibridi coltivati in laboratorio possano servire da soluzioni alimentari su larga scala.
In parte per il processo produttivo, e in parte perché il riso è, tra gli alimenti vegetali, quello a più elevate produzioni di emissioni: dalle risaie si libera metano, un potente gas serra. Gli scienziati sudcoreani stanno dunque unendo in un solo chicco i due alimenti dal più alto impatto climalterante. Senza contare che non è così scontato che la carne coltivata (coltivata appunto, e non sintetica) abbia un impatto ambientale di poco conto.
Risotti spaziali. Più realisticamente, il nuovo alimento ipernutriente potrebbe un giorno servire a sfamare gli astronauti impegnati in missioni spaziali di lunga durata, a confezionare razioni militari o a elaborare pasti ipernutrienti da somministrare a chi si trova in situazioni di grave malnutrizione.