Tommy Jordan e l’educazione 2.0. La figlia Hannah si lamenta sulla sua bacheca di Facebook, lui risponde a tono con un video su Youtube nel quale spara al laptop della piccola ingrata, una pallottola per ogni offesa. E diventa subito una star.
“Tommy Jordan e l’educazione nell’era dei social”
Il castigo? È social - A quindici anni, lamentarsi dei propri genitori è normale. Così com’è normale che, i genitori, ti mettano in castigo se vengono a conoscenza delle tue lamentele. Un po’ meno normale la storia dei Jordan, che riprende queste dinamiche familiari a chiunque e le porta in rete, con tutte le esagerazioni del caso. Lui, cappello e camminata da cowboy, risponde ai capricci della figlia, pubblicati in una nota su Facebook, leggendola al mondo, per poi smontarli pezzo per pezzo e “smontare” anche il computer con il quale, i capricci, erano stati condivisi.
Cinque minuti di notorietà - Il video è ancora su Youtube. La polizia è passata a trovare Tommy, ma si è limitata a fargli i complimenti per il pugno di ferro. E i suoi avvocati gli hanno consigliato di tenerlo online per questioni di copyright. Sul tubo impazzano già parodie, imitatori, risposte di giovani adolescenti che, anziché prendere le parti di Hannah, prendono quelle di papà. Che, dalla sua pagina di Facebook, rassicura: abbiamo fatto pace, in casa è già tornata la calma. E no, non si candiderà a presidente degli Stati Uniti, anche se in molti gliel’hanno - più o meno scherzosamente - chiesto. E minaccia di sparare al telefono che non smette di suonare. (sp)
Chiara Reali
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