La storia del cannibalismo umano risale ai tempi dei Neanderthal per proseguire nei secoli fino ai giorni nostri: gli ultimi cannibali del Pianeta si chiamano Korowai e vivono in Nuova Guinea.
Ma se vi siete mai chiesti quale sapore abbia la carne umana, sappiate che le macabre testimonianze non sono concordi. Per esempio, per il famoso killer giapponese Issei Sagawa, che nel 1981 ha ingurgitato ben sette chili di carne umana asportata dal corpo di una povera collega universitaria, il tessuto delle natiche «si scioglie in bocca come il sashimi al tonno fresco», mentre i fianchi risultano alquanto insipidi.
Cannibalismo: che gusto? Diversa l'opinione di Armin Meiwes, il noto "cannibale di Rotenburg" che nel 2001 ha macellato, cucinato e mangiato un altro essere umano (salvo poi diventare vegetariano una volta detenuto): «Ha lo stesso sapore di quella di maiale, è solo leggermente più amara, più sostanziosa».
Al di là dei macabri gusti dei serial killer, secondo l'antropologo statunitense Tobias Schneebaum la carne umana sarebbe dolciastra. Per altri ancora saprebbe di pollo. James Cole, ricercatore dell'Università di Brighton (Uk), ha dimostrato, comunque, che una dieta a base di carne umana non gioverebbe affatto alla nostra salute: «Chi decidesse di diventare cannibale non farebbe altro che ingrassare a dismisura», ha affermato.
Carne poco nutriente. Un maschio adulto, infatti, può "contenere" complessivamente fino a 81.472 calorie, ma la metà di queste viene fornita dai tessuti adiposi, il che rende la carne umana un alimento piuttosto scarso dal punto di vista nutrizionale.