Non gli basterà una boccata d'aria per "farsi una pista", ma di certo i romani un po' di polvere bianca la respirano tutti i giorni. Da un recente studio emerge infatti che l'aria della capitale è inquinata da piccole concentrazioni di cocaina. A scoprirlo, i ricercatori dell'Istituto sull'Inquinamento Atmosferico (Iia) del Cnr di Roma, che hanno analizzato le sostanze contenute nelle polveri sottili - ormai note a tutti con la sigla PM10 - presenti nell'atmosfera di tre città: Roma, Taranto e Algeri.
Ciò che è emerso ha sorpreso i ricercatori stessi: l'aria che si respira all'ombra del Cupolone contiene cocaina e altre sostanze tossiche tra cui il cannabinolo, principale componente della marijuana e dell'hashish.
L'aria dello studente. Dopo la scoperta dell'Istituto Mario Negri di Milano, che un paio di anni fa aveva individuato una concentrazione pari a quattro chili di cocaina al giorno lungo il percorso del Po, ora è la volta dell'aria. La cocaina sembra essere presente soprattutto in alcune zone della città, come i parchi ma anche - a quanto pare - l'università: «Le concentrazioni più elevate», afferma Angelo Cecinato, coordinatore della ricerca, «sono state riscontrate nell'area dell'Università La Sapienza. Tuttavia, il limitato numero di misure eseguite non ci permette di affermare con certezza che l'ateneo sia un luogo di elevato consumo di droga».