L'annuncio è arrivato in latino questa mattina, nel corso del Concistoro (l'assemblea solenne dei cardinali) per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Dal 28 febbraio il soglio pontificio rimarrà vacante: Benedetto XVI rinuncia al suo mandato, per affaticamento dovuto all'età avanzata, e lo fa, come ha dichiarato egli stesso, "per il bene della Chiesa".
"Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato". Con queste parole Joseph Raztinger, 86 anni il prossimo aprile, ha annunciato l'intenzione di dimettersi dal ruolo di guida spirituale della Chiesa Cattolica (leggi il testo completo della dichiarazione in italiano).
La notizia delle dimissioni papali ha subito fatto il giro del mondo (guarda come è stata annunciata sui principali siti web). La possibilità di abdicazione sono contemplate nel Codice di Diritto Canonico, a patto che quella del Pontefice sia una libera scelta e che le dimissioni non siano imposte dall'esterno.
Per approfondire: il papa può abdicare o essere deposto?
Dal 1 di marzo inizierà l'iter per l'elezione del successore di Benedetto XVI al soglio di Pietro. Per Pasqua, ha annunciato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Padre Lombardi, in una conferenza stampa, si dovrebbe conoscere il nome del nuovo pontefice.
Perché quando si elegge il Papa si fa fumata bianca?
La decisione dimettersi dal suolo papale ha alcuni, rarissimi precedenti storici: il più famoso è quello di Celestino V, che abdicò nel 1294, a soli 5 mesi dalla sua elezione, per lo più a causa delle ingerenze politiche di Carlo d'Angiò. Per la sua decisione fu collocato da Dante nell'Inferno tra gli Ignavi, e passò alla storia come «colui che per viltade fece il gran rifiuto». La storiografia moderna ha però rivalutato la sua figura e si parla della sua scelta come esempio di umiltà e ragionevolezza.
Da qualche mese Benedetto XVI era su Twitter.
Dal suo account italiano @Pontifex_it è stato diffuso questa mattina, prima dell'annuncio, un cinguettio che alcuni hanno ritenuto premonitore della rinuncia imminente: "Dobbiamo avere fiducia nella potenza della misericordia di Dio. Noi siamo tutti peccatori, ma la Sua grazia ci trasforma e ci rende nuovi". Dopo la diffusione delle agenzie su Twitter si sono scatenati commenti e reazioni contrassegnati dagli hashtag #Papa e #dimissioniPapa.
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