Che senso ha far trovare pezzi di combustibile fossile ai bambini per dire loro che non si sono comportati bene durante l'anno? La tradizionale punizione è in realtà piuttosto antica: il carbone a Natale ha fatto il suo ingresso nelle case molto prima dell'avvento di Babbo Natale, legato alle figure di San Nicola, Sinterklaas (il suo corrispettivo olandese) e, in Italia, della Befana.
Questi personaggi cari a culture e tradizioni diverse hanno però qualcosa in comune: il camino. Babbo Natale e la Befana scendono dal camino (per lasciare talvolta i doni nelle calze appese alla sua cornice); San Nicola, che un tempo entrava dalla finestra, iniziò a calarsi dal camino quando questo si diffuse nelle case europee, e a lasciare i suoi doni nelle scarpe messe a scaldare vicino al fuoco. Anche Zwarte Piet (Pietro il Moro), il controverso aiutante di Sinterklaas nelle leggende di Belgio e Paesi Bassi, è legato alla figura dello spazzacamino.
Proprio al camino sarebbe perciò legata l'usanza di lasciare il carbone: arrivati nelle case dei bambini monelli, questi personaggi non avevano doni da lasciare e riempivano calze e scarpe con quello che trovavano nel camino. Tra il 19esimo e il 20esimo secolo, quando nacque e si diffuse la tradizione del moderno Babbo Natale, i camini (e il carbone) erano ancora molto diffusi.
Fatta eccezione per Santa Claus, che aveva già troppi sacchi da trasportare, le altre figure lasciavano anche aglio, cipolle, ramoscelli e buste di sale ai bambini più discoli. Non disdegnavano cioè di riempirsi le borse anche dei regali meno graditi.