A parte alcune eccezioni come Londra o New York, dove un'efficiente rete metropolitana permette di spostarsi in tempi relativamente brevi da un capo all'altro della città, in generale l'automobile è vista come il mezzo di trasporto più veloce per spostarsi in città... Sicuri che sia per davvero così?
Uno studio pubblicato su Royal Society Open Science e presentato dagli autori in un articolo di The Conversation mette in discussione questa convinzione: se tutti decidessimo di muoverci in macchina, il traffico generale risulterebbe rallentato e impiegheremmo molto più tempo per raggiungere la nostra meta.
Il video qui sotto confronta i tempi di percorrenza di 200 persone in bicicletta, a piedi, in autobus, in tram e in automobile: queste ultime sono quelle che impiegano di più (considerando una media di 1,5 persone per automobile, 20 persone per autobus e 40 persone in tram).
Reazione a catena. Il problema sta nell'interconnessione del traffico: bici, bus e pedoni risentono della congestione stradale causata dalle automobili, e per questo si allungano anche i loro tempi di percorrenza. In molte città le piste ciclabili, seppur migliorate negli anni, non sono ancora totalmente indipendenti dalle strade dove passano le automobili, e sono spesso strette e a tratti non connesse tra loro.
I bus, che a volte hanno una corsia preferenziale, nella maggior parte dei casi effettuano gli stessi percorsi delle automobili e rimangono dunque imbottigliati nel traffico, in particolare nelle ore di punta. In un contesto stradale di questo tipo una scelta "egoistica" (l'automobile) si rivela controproducente: «Cercando di vincere individualmente, perdiamo tutti», sottolineano gli autori.
Pensare alla collettività. Cambiare abitudini è difficile, ma necessario: questo non significa pensare di muoversi sempre e solo a piedi o in bicicletta, ma scegliere l'opzione che bilanci la velocità di trasporto individuale con quella della collettività. E se, ad esempio, Google Maps (che si è già rivelato attento alla sostenibilità) ci consigliasse il percorso più veloce non solo per noi, ma per la nostra famiglia, i colleghi o la città? Mettendo in preventivo di perdere qualche minuto in più a favore della collettività, l'intero traffico cittadino potrebbe beneficiarne. «Le abitudini dei pendolari sono difficili da modificare», sottolineano i ricercatori: «in attesa di politiche che ci aiutino ad agire nell'interesse della comunità, potrebbe essere utile implementare delle regole che scoraggino l'uso di automobili private.
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