Curiosità

I giochi di potere nell'Antartide abbandonato per la covid

In Antartide, la sospensione di parte delle attività scientifiche dovuta all'epidemia ha lasciato campo libero a manovre di occupazione del territorio.

L'Antartide è forse l'unico continente risparmiato dalla COVID-19, ma gli effetti indiretti della pandemia si stanno facendo (e si faranno) sentire anche in questo angolo remoto del Pianeta. Mentre molte nazioni sono state costrette a rivedere i programmi di esplorazione scientifica attorno al Polo Sud - per scongiurare il rischio di focolai difficilmente gestibili in luogo così inospitale - alcuni attori politici internazionali stanno approfittando di questi "spazi vuoti" per aumentare la propria sfera di influenza nel continente ghiacciato.

Déjà vu. Come spiega un lungo articolo pubblicato sull'Atlantic, le potenze emergenti della scena antartica sono Russia e Cina, già impegnate in una competizione strategica contro gli Stati Uniti al Polo Nord. Senza un trattato a regolamentare lo sfruttamento minerario delle risorse polari, la regione Artica sta diventando sempre più militarizzata - un monito su ciò che potrebbe accadere in Antartide nel prossimo futuro. In certo senso, è come se l'Artico si trovasse 10-15 anni più avanti, in termini di occupazione ed estrazione di risorse.

Terra di nessuno? Teoricamente, le attività in Antartide sono regolamentate dal Trattato Antartico, un accordo internazionale firmato nel 1959 che ha lo scopo di promuovere una presenza pacifica sul continente e di tutelarne gli ecosistemi. I Paesi che lo hanno siglato si sono impegnati a rinunciare a pretese di rivendicazione territoriale e a declinare ogni velleità di sfruttamento economico o militare delle aree esplorate. L'idea è di salvaguardare l'Antartide per la ricerca scientifica e scongiurare ogni tentativo di proliferazione nucleare in questi remoti territori. Ma senza un governo che vigili su queste buone intenzioni, né un insediamento umano permanente, il concetto di sovranità in Antartide rimane piuttosto indefinito.

I Paesi che vi operano esercitano la propria sfera di influenza attraverso le attività scientifiche, che però sono state di recente ridimensionate per la questione COVID-19. L'Australia, tra i maggiori protagonisti della ricerca scientifica in Antartide, ha annunciato una riduzione delle attività sperimentali e un dimezzamento del personale che si troverà nelle sue basi tra Ottobre e Febbraio, durante l'estate antartica. Grossi passi indietro sono attesi anche dalla British Antarctic Survey e dalla National Science Foundation americana. 

Una fase delicata. I tagli imposti dal lockdown finiranno per penalizzare importanti ricerche su clima, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello dei mari, perché l'Antartide è prima di tutto un territorio che genera collaborazioni scientifiche di altissima qualità.

Ma apriranno anche la strada a una più accesa competizione territoriale. In questi mesi, Russia e Cina hanno mantenuto le loro attività sul continente e stanno lottando per avere un maggiore accesso ad attività di pesca e riserve minerali e petrolifere. La Cina ha di recente commissionato a una compagnia navale di Shanghai la più grande imbarcazione per la pesca industriale di krill mai costruita, che sarà completata entro il 2023. Un aumento della pesca del krill (i piccoli crostacei alla base della catena alimentare marina) costituirebbe un grave problema per la fauna antartica, e sono in molti a temere che questa attività sia l'anticamera di una serie di pretese sulle attività estrattive, per il momento proibite dal Trattato Antartico. 

Argini necessari. A febbraio, la Russia ha annuciato l'inizio della sua prima indagine sismica in Antartide da 20 anni a questa parte: l'obiettivo è usare questo tipo di studi per sondare la presenza di eventuali riserve di gas e petrolio offshore. Il Trattato Antartico dovrebbe essere rivisto nel 2048, una scadenza che potrebbe essere sfruttata per allentare le norme che bloccano le attività estrattive. Russia e Cina si sono espresse più volte a favore di un rilassamento di questi divieti. Ma già oggi, con il trattato in pieno vigore, si stanno consumando conflitti geopolitici sotto forma di controllo economico e leadership scientifica.

25 maggio 2020 Elisabetta Intini
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