Anastasia Romanova (1901-1918), quartogenita dello zar Nicola II di Russia, per gli amanti del giallo ha continuato a vivere dopo la morte. O meglio, non è mai morta. Dai resti dei Romanov, riesumati nel 1991 a Ekaterinburg, sugli Urali, mancavano infatti due corpi: Alessio e Anastasia (o Maria). Erano sfuggiti alla strage compiuta dai bolscevichi?
Com'è andata. Nel 1918 lo zar russo Nicola II venne imprigionato dai bolscevichi insieme alla moglie Alessandra e ai giovanissimi figli Alessio, Tatiana, Olga, Maria e Anastasia. All'inizio i bolscevichi nascosero la famiglia imperiale a Ekaterinburg, negli Urali, tentando invano di usarli come ostaggi politici. Ma dopo due mesi e mezzo d'isolamento, nella notte del 16 luglio 1918 fucilarono tutti i Romanov, finendoli a colpi di baionetta.
Il giallo. Uno dei più grandi misteri del Ventesimo secolo riguarda la sorte della diciassettenne Anastasia Romanov, la figlia più giovane, nata nel 1901, dello zar Nicola II. Le deposizioni del commissario della Čeka (la polizia segreta sovietica) Jurovskij, che si occupò dell'eccidio, contribuirono a dipanare il giallo: i rivoluzionari, disse, cremarono a metà strada i corpi di due figli per depistare i reggimenti filozaristi che stavano avanzando.
Scampò alla strage? La scienza ha dato la sua risposta. Il dubbio nasceva dal fatto che nessuno conosceva il luogo in cui si trovavano i resti della famiglia imperiale, e alla comparsa nei decenni successivi di donne che sostenevano di essere Anastasia scampata. La storia di una di queste, che si faceva chiamare Anna Anderson, conquistò a lungo l'attenzione. Almeno finché non si scoprì che era una polacca fuggita da un ospedale psichiatrico tedesco.
La risposta. Solo nel 1991, dopo la caduta dell'Urss, fu rivelato il luogo in cui erano i resti, che successive analisi confermarono essere di Nicola e dei famigliari. Mancavano solo un figlio, Aleksej e una figlia Marija (non Anastasia). A mettere definitivamente la parola fine alla vicenda fu un ritrovamento del 2008. Un team di ricercatori trovò vicino a Ekaterinburg (dove la famiglia imperiale fu uccisa) i resti di due persone. Le analisi del Dna hanno poi rivelato senza alcun dubbio che sono delle vittime mancanti.