Un recente studio americano sdogana definitivamente le chiacchere tra colleghi: i lavoratori che interagisciono di più tra loro sono più produttivi degli stakanovisti infaticabili. A patto di non interrompere continuamente il lavoro. Cosa ne penseranno i capi ufficio? (Alessandro Bolla, 4 luglio 2008)
Se il capo vi rimprovera perché passate troppo tempo davanti alla macchinetta del caffè con i colleghi, da oggi potete rispondergli citando i risultati di un recente studio americano secondo il quale la vita sociale e l'interazione con gli altri aumentano la produttività. Benjamin Weber e i suoi colleghi del Mit hanno dotato un gruppo di impiegati di una grande azienda di speciali dispositivi in grado di rilevare quando stavano parlando, con chi e in quale zona dell'edificio. Questo sistema ha consentito ai ricercatori di ricostruire il network sociale delle "cavie" e di stimare i tempi di chiacchera rispetto a quelli di duro lavoro nell'arco di un mese. Un controllo sulle mansioni svolte e sugli incarichi portati a termine ha infine permesso di tracciare un quadro qualitativo delle performance degli impiegati.
Parliamone! L'analisi dei risultati ha portato a conclusioni sorprendenti: chi ha passato molto tempo tra un lavoro e l'altro interagendo con i colleghi, per esempio nella pausa pranzo o per una chiacchera in corridoio, ha avuto prestazioni fino al 60% superiori rispetto a quelle dei "secchioni" che hanno passato l'intera giornata chini sulla propria scrivania. Ovviamente è importante anche lavorare, e sodo, nei momenti giusti: chi ha interrotto spesso il lavoro per chiaccherare e perdere (o far perdere) tempo, ha visto la prorpria produttività colare a picco. La ricerca ha inoltre evidenziato come i migliori lavoratori siano stati quelli che nel periodo di osservazione hanno mantenuto il comportamento più costante, senza alti né bassi.