Per affrontare certe giornate ci vuole il fisico. Nel vero senso della parola: prendiamo il 7 gennaio, data in cui in oltre 60 città in tutto il mondo, tra cui Milano, si celebra il giorno senza pantaloni. Da 17 anni sempre più temerari lo festeggiano con il tradizionale giro in metropolitana in slip, senza curarsi del gelo e degli sguardi attoniti di altri passeggeri. E del resto si profila impegnativo per i suoi estimatori anche il 31 luglio, Giornata mondiale dell'orgasmo. Per non parlare del Global Orgasm for Peace Day, Giornata globale del piacere per la pace nel mondo, che due attivisti di San Francisco hanno istituito per il 21 dicembre.
Vanno bene tutte. E queste sono solo alcune delle infinite Giornate dedicate a una certa causa, al punto che non di rado le celebrazioni si sovrappongono. Basti pensare che esiste la Giornata degli incontri con gli extraterrestri (10 febbraio), ovviamente "totalmente diversa" dalla Giornata mondiale degli Ufo (2 luglio). Come è possibile, come si fa e, soprattutto, a cosa serve "dedicare" una giornata a qualcosa?
Dipende dall'obiettivo che ci si propone. Se si vuole istituire una festa nazionale, bisogna ricorrere a un deputato disposto a depositare a Montecitorio un disegno di legge, o fare una raccolta firme che a sua volta si traduca in una proposta da sottoporre al voto. Se si mira piuttosto a una proclamazione da parte dell'Onu, con il vantaggio che ogni anno, nel giorno convenuto, il Segretario delle Nazioni Unite farà una dichiarazione sulla ricorrenza, occorre che la proposta sia avanzata all'assemblea dagli ambasciatori degli Stati membri.
«Una volta che una richiesta è sul tavolo, nessuno dice di no», ha recentemente dichiarato il diplomatico francese Thibault Devanlay, che ha lavorato all'Onu per oltre dieci anni. Il che non garantisce però l'equanimità. Per esempio, la Giornata della consapevolezza dell'autismo (il 2 aprile) è nata nel 2007 su una proposta del Bangladesh perché la figlia dell'allora primo ministro del Paese era una psicologa infantile specializzata sul tema. E per quanto nessuno abbia qualcosa contro l'autismo, si è interrogato Devanlay, «viene da chiedersi se questa malattia meriti più attenzione di altre».
Nazionali, internazionali e mondiali. Risultato: i giorni dell'anno sono solo 365, le Giornate molte di più. Prendiamo una data a caso: il 21 marzo. Spulciando l'elenco dei giorni "Internazionali" ufficiali, promossi dalle Nazioni Unite, si scopre che, oltre che inizio della primavera, è anche il giorno dedicato all'eliminazione delle discriminazioni razziali, alla poesia, alla sindrome di Down, alle foreste e al Nowruz - una sorta di capodanno che si osserva in Afghanistan, Albania, Iran.
Alle Giornate internazionali Onu si aggiungono poi quelle "mondiali" che sono promosse dalle varie agenzie delle Nazioni Unite, come la Fao, che ha proclamato il 16 ottobre Giornata mondiale del cibo, o l'Unicef che ha scelto il 20 novembre quale Giornata dei diritti dell'infanzia. In Italia, come se non bastasse, a queste incessanti celebrazioni si sommano le Giornate nazionali istituite per legge, quali la Festa dei nonni, introdotta il 2 ottobre 2005, o la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, istituita nel nostro Paese nel 2017, anch'essa il 21 marzo.
Due Star Wars Day. Ma per riempire l'agenda le occasioni non sono ancora finite, perché oggi esistono tutta una serie di Giornate "internazionali" non ufficiali, che sono nate sul Web e diventate virali sui social network. Un caso bizzarro è lo Star Wars day, il giorno in cui rendere a data variabile omaggio alla saga di Guerre Stellari, che si festeggia addirittura in... due date diverse. Per l'amministrazione comunale di Los Angeles, che ha riconosciuto la giornata ufficialmente dal 2007, cade il 25 maggio (data dell'uscita negli Usa del primo film di George Lucas, nel 1977). I fan invece prediligono il 4 maggio, per il doppio significato della parola inglese may, che sta per maggio ma anche per il verbo "potere". Così l'originale May the force be with you ("Che la forza sia con te") suona quasi come May the fourth be with you ("Che il 4 maggio sia con te").
Overdose di Nutella. Non è raro inoltre che le giornate a tema vengano sfruttate dal marketing di aziende e organizzazioni per unire l'informazione al pubblico all'autopromozione. «Anzi, se oggi le Giornate speciali paiono troppe, è perché tante società cercano visibilità e dunque le usano per ricordare che esistono loro, più che i problemi di cui si occupano», spiega l'antropologa Laura Bonato. Non solo: quando una specifica ricorrenza non esiste, una società o un singolo la possono sempre creare grazie alla forza di propagazione del Web. Una blogger americana, Sara Rosso, nel 2007 ha lanciato da sola la Giornata mondiale della Nutella, il 5 febbraio. Il successo dell'iniziativa è stato tale che la Ferrero è dovuta intervenire a tutela del marchio, intimando prima alla fan di non citare il nome della crema spalmabile e poi trovando un accordo. Oggi, accanto al nome del prodotto, sul sito creato da Rosso e visitatissimo dagli utenti, compare il simbolo del marchio registrato dall'azienda italiana.
Colpa dei social network. Il problema è che se da un lato i social network hanno reso più facile promuovere una nuova ricorrenza, dall'altro aumentano il rischio di un'overdose: «Sensibilizzare su certi temi è una cosa meravigliosa», ha dichiarato Devanlay, «ma più Giornate internazionali ci sono, meno funzionano». In effetti, secondo una teoria elaborata negli anni Cinquanta dai sociologi Paul Lazarsfeld e Robert Merton, più un cittadino è informato, e... più si astiene dal fare qualcosa al riguardo. Perciò, paradossalmente, il fatto che ogni giorno una celebrazione ci ricordi l'esistenza di malattie gravi, ingiustizie sociali o disparità economiche, rischia di limitare il nostro coinvolgimento.
Inutile attivismo. Lo prova il fatto che tutto questo attivismo online per le buone cause spesso ha come effetto solo un elevato numero di click in una data specifica, senza tuttavia che ciò si traduca in donazioni o in un interesse che permane oltre quella giornata. Lo studioso Evgeny Morozov ha coniato il termine slacktivism (da slacker, fannullone, e activism, attivismo) per l'impegno "comodo" a portata di mouse, che però non va oltre qualche "like".
Non è tutta colpa nostra, però: a volte le Giornate richiamano l'attenzione su temi troppo vasti o molto lontani dalla quotidianità. Per esempio, come onorare adeguatamente il 26 marzo, Giornata della pastorizia, specie se si abita in una grande città? O come non sentirsi sopraffatti il primo febbraio, giorno dedicato a "conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e di tutti i conflitti nel mondo", un compito così immane che fa passare perfino la voglia di giocare a Risiko?
Si potrebbe forse riprendere la proposta di festeggiare in un'unica data il Giorno Internazionale delle Giornate Internazionali. Oppure, come suggerisce il comico Simone Mele, cedere alla tentazione di istituire una nuova data: la "Giornata dell'indifferenza, dell'imperturbabilità, dell'apatia, del distacco e del menefreghismo". L'obiettivo? Concedersi una volta l'anno il lusso di fregarsene dei problemi del resto del mondo. In fondo... domani è un altro Giorno.