Curiosità

9 cose che (forse) non sai sui profumi

Da quando esistono i profumi? Perché alcuni hanno prezzi da capogiro? È vero che alcune essenze delicatissime derivano da ingredienti disgustosi? 9 curiosità olfattive.

La parola profumo deriva dal latino fumum (fumo), ma sebbene l'origine non sia del tutto chiara agli esperti, è probabile che, come rivela la Treccani, la parola indicava al principio "il suffumigio con sostanze odorose". Ma se l'etimologia ci riserva qualche mistero, la storia e la scienza possono soddisfare molte altre curiosità sul profumo...

La chimica. Le origini del bisogno di profumarsi si perdono nella notte dei tempi. È infatti in parte attraverso il desiderio di avere un buon odore che sono state sviluppate molte delle tecniche utilizzate oggi dai chimici. In una tavoletta incisa con scrittura cuneiforme, datata intorno al 1200 a. C., si legge la storia di Tapputi: era una donna che lavorava nel palazzo dei re babilonesi, realizzando i profumi per la corte reale. I registri ci dicono che usava fiori, oli, erbe, mirra e balsamo per creare i suoi profumi. Aggiungendo acqua e altri solventi era in grado di estrarre le essenze aromatiche. Spetta a lei il titolo di primo chimico (e profumiere!) che sia mai stato citato nella storia?

La prima fabbrica. Che il profumo abbia origini antichissime, lo dimostra anche il fatto che sull'isola di Cipro è stata scoperta una fabbrica di profumi risalente al 2000 a.C. Un sito dell'età del bronzo, disseminato di vasi di ceramica che contenevano profumi, che probabilmente venivano esportati in tutto il Mediterraneo. Al suo interno sono stati trovati anche dei frantoi: l'olio d'oliva era infatti un ingrediente essenziale per i profumieri. Per creare un profumo era necessario prima estrarre gli odori dei prodotti naturali. Ma molte sostanze chimiche aromatiche non sono solubili in acqua, così venivano impiegati oli.

Egizi. I profumi erano importanti anche per gli antichi Egizi al punto che avevano persino un dio del profumo, Nefertum. Credevano che i profumi fossero il sudore del dio del sole Ra. Oltre a portare benefici... olfattivi, gli Egizi pensavano che i profumi avessero la capacità di guarire: non per niente è a loro che gli storici fanno risalire le origini dell'aromaterapia, il metodo curativo naturale che si basa sull'uso degli oli essenziali (ma senza fondamento scientifico). Alcuni documenti dimostrano che i profumi erano prodotti in Egitto già 5.000 anni fa. I faraoni e altri individui di alto rango erano spesso sepolti con i profumi affinché, nell'aldilà, non si imbattessero con odori sgradevoli.

Alcune sorprese... I profumi che indossiamo non derivano solo da essenze floreali. Ma spesso da ingredienti decisamente repellenti: dal vomito di balena all'essenza delle ghiandole perianali di zibetto.

Strano ma vero: l’ambra grigia, per esempio, è una sostanza leggera e cerosa dall’aroma unico, che ne fa la base perfetta per i profumi. Chiunque ne trovi una pietra in riva al mare potrebbe (e può ancora) guadagnarci molti soldi. Eppure l'ambra grigia altro non è che un prodotto… del sistema digestivo della balena. Mentre è alle ghiandole perianali dello zibetto africano che dobbiamo il muschio che, mescolato con altri ingredienti, si trasforma magicamente in un piacevole bouquet.

Buon odore. Un tempo, prima che la ricerca medica individuasse la causa di malattie, si credeva (anche) che fossero trasportate dal cattivo odore. Questa ipotesi era probabilmente supportata dalla circostanza che, in effetti, le fonti di infezione hanno spesso un cattivo odore. Ecco perché in passato, quando imperversava la peste, si usava accendere enormi falò nelle strade delle città proprio per scacciare il cattivo odore e si bruciavano erbe all'interno delle case sperando che il fumo le purificasse.

I medici che affrontavano la peste a volte indossavano "maschere" con un beccuccio al cui interno venivano poste erbe speziate: in questo modo evitavano di inalare l'aria resa disgustosa dalla presenza dei loro pazienti. Una soluzione più elegante era il pomo d’ambra, una sfera di ambra grigia, spesso impreziosita da altre essenze, che le persone delle classi agiate europee dal XIII al XVII secolo portavano in tasca a scopo di... aromaterapia: venivano avvicinati al naso ogni volta che si avvertiva un rischio di infezione - o semplicemente ci si trovava in una zona meno "elegante" di una città.

Miliardi di odori. Rispetto ad animali come i cani, l'olfatto di noi umani potrebbe sembrare poco efficace. Ma non è così. In realtà abbiamo circa 400 tipi di recettori degli odori nel naso e, secondo alcune recenti ricerche, abbiamo una capacità di distinguere gli odori molto più affinata di quanto immaginassimo in passato. Addirittura alcuni ricercatori, guidati dalla neurobiologa Leslie Vosshall della Rockefeller University di New York, hanno dimostrato che sappiamo riconoscere tra un numero incredibile di odori: mille miliardi! Il problema, secondo Vosshall, è piuttosto un altro: non siamo altrettanto capaci di descrivere ciò che stiamo annusando.

Profumo di hamburger. Nel 2008, una famosa catena di hamburger ha lanciato uno spray per il corpo, per introdurre il profumo di carne alla griglia nel mondo dei profumi. Ma in giro si trovano anche altri profumi alimentari, come quello di... pancetta di maiale. Un’azienda americana, la Demeter, offre una scelta di fragranze che spazia dall'aroma della pelliccia di gatto al profumo di auto nuova, fino allo Spacewalk, l'odore dello spazio.

Pensavate infatti che il vuoto dello spazio fosse inodore? Sbagliato: Dopo una missione del 2003, l'astronauta Don Pettit lo ha descritto così su un blog della NASA: "È difficile descrivere questo odore ... La migliore descrizione che riesco a inventare è metallica; una piacevole sensazione dolce e metallica”.

Profumi preziosi. Oltre a tanti profumi dal prezzo accessibile, ce ne sono anche alcuni piuttosto costosi. Colpa degli ingredienti. Per ottenere il mitico Chanel n. 5, per esempio, si dice servano migliaia di fiori di gelsomino, tutti raccolti a mano (a proposito: perché Chanel n. 5 si chiama così?).

Ma ce n'è un altro, Joy di Jean Patou, il cui costo raggiunge i 25 euro al grammo: ogni singola boccetta richiede decine di migliaia di fiori tra gelsomino, tuberosa, ylang-ylang (o Cananga odorata), rosa bulgara... I fiori di gelsomino, in particolare, vengono raccolti in estate per due settimane nella città di Grasse, nel sud della Francia.. Il massimo comunque lo ha raggiunto una speciale versione di DKNY Golden Delicious, venduta nel 2011 per un milione di dollari. Più che gli ingredienti in quel caso la "colpa" era della bottiglia, tempestata di pietre preziose.

3 agosto 2019 Eugenio Spagnuolo
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