In Italia nel 2016 il gioco d’azzardo ha raggiunto la cifra monstre di 96 miliardi di euro (di cui 10 finiti nelle casse dell’erario). Una cifra che diventa presto primato europeo, quando si scopre, per esempio, che nel nostro Paese c’è una slot machine ogni 143 abitanti: molte di più di Spagna (una ogni 245 abitanti) e Germania (una ogni 261). Queste cifre dolenti rappresentano però solo un tassello del grande mosaico del gioco d’azzardo, dove tra storia, scienza e cronaca non si può dire certo che manchino le curiosità…
Casinò. Il Paese con più casinò al mondo? Sono gli Usa. Secondo il sito Statista ospitano 460 sale da gioco, di cui più di 12o nella sola Las Vegas. Tanti, sebbene (secondo il Sole 24 ore) tutti assieme non riuscirebbero a fatturare quanto i 38 casinò di Macao, in Cina: prima meta al mondo per il cosiddetto gambling tourism. Tra i casinò di Las Vegas e quelli di Macao ci sono legami societari evidenti. Il casinò più grande e famoso di Macao è il Venetian Macao, gemello del Venetian di Las Vegas. Nomen, omen: l’architettura di entrambi è ricca di citazioni (abbastanza kitsch...) all’iconografia veneziana, con canali, ponti, gondole e leoni sparsi qua e là.
Venezia. A proposito, ma come si spiega questa passione per la Serenissima da parte dei casinò? Semplice: è a Venezia che nel 1638 prese forma quella che è considerata la prima casa da gioco del mondo: il Ridotto di San Moisè. Anche se probabilmente a ispirare gli architetti americani è stato piuttosto il moderno Casinò di Venezia, inaugurato sul finire degli anni 30 al Lido.
Malattie da Casinò. Strano, ma vero: una delle principali cause di malattie per chi lavora nei casinò e per chi li frequenta assiduamente è il fumo passivo. Vi sorprende?
Lo dimostra la circostanza che, secondo l'American Lung Association, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) uccide a un ritmo più elevato in Nevada rispetto a qualsiasi altro stato in America.
Ciò è dovuto al fatto che i legislatori di quello Stato hanno protetto i propri casinò dai divieti di fumare (che invece sono in vigore nel resto degli Usa) al fine di preservare le entrate di gioco dello Stato: il loro timore è che la pausa sigaretta possa dissuadere i giocatori dal buttare altri soldi…
GLI STATI UNITI... DELL'AZZARDO. Basta guardare un film western per capire come la mania del gioco d’azzardo abbia segnato tutta la storia degli Stati Uniti, sin dalla loro fondazione. Gli storici raccontano che per passare il tempo, al tempo della Guerra di secessione (1861-1865), i soldati si divertivano giocando d'azzardo: carte, corse di cavalli, scacchi, dama o tessere del domino, ma anche poker e blackjack con mazzi di carte reperiti spesso sui campi di battaglia.
E per quanto assurdo possa sembrare, i soldati del Nord e del Sud spesso si incontravano a tarda notte nella "zona intermedia" di guerra per scommettere a carte o dadi, dimenticando temporaneamente di essere “nemici”. Potere del gioco.
Italiani. Due ricerche dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa hanno rivelato che sono 17 milioni gli italiani che hanno giocato almeno una volta a giochi d’azzardo. Nel 2010 erano “solo” 10 milioni. Secondo l’Economist (2017), siamo il quarto Paese al mondo per volume di perdite: 19 miliardi di dollari. Peggio di noi fanno solo gli Usa (116,9 miliardi di dollari), la Cina (62,4 miliardi) e il Giappone (24,1 miliardi).
Slot machine “intelligenti”. Le slot machine a leva? Archiviate. Le moderne slot machine sono programmate per scommesse veloci, continue e ripetute, dunque i giocatori anziché tirare una leva, al massimo toccano i pulsanti o, nei modelli “touch”, uno schermo per risparmiare tempo e fatica (e giocare di più). Non solo. Anche le leggi del caso o della probabilità non dettano più vittorie e perdite: le slot moderne sono spesso collegate a dei server in rete, che raccolgono le informazioni, le preferenze e la velocità di gioco del giocatore e, grazie a degli algoritmi, hanno la capacità di programmare ogni macchina sullo stile personale di un giocatore.
Sono le cosiddette smart slot, concepite per dare piccole vincite inferiori all'importo scommesso, invece di grandi vincite, incoraggiando così le puntate ripetute. E la raccolta dei dati sui giocatori delle slot è preziosissima: come ha raccontato The Verge, il vasto archivio di dati dei clienti del Caesar di Las Vegas, ottenuto anche con sistemi di tracciamento delle loro abitudini di gioco, è stato valutato il bene più prezioso della società: ben 1 miliardo di dollari.