Era passato poco più di un anno dall'inaugurazione delle Torri Gemelle quando Philippe Petit, funambolo francese già conosciuto internazionalmente per la sua camminata sospeso tra le due torri della cattedrale di Notre Dame de Paris (nel 1971), decise di sfidare la gravità e passeggiare tra i due grattacieli più alti di Manhattan (e del mondo). Era il 6 agosto di 47 anni fa, e dopo quasi mezzo secolo la sua impresa (illegale) rimane ancora incredibile nella sua follia, tanto da essere stata celebrata nel film The Walk (2015) e nel documentario Man on Wire (2008).
I primi passi (sospesi). Petit nasce nel 1949 a Seine-et-Marne, appena fuori Parigi: fin da piccolo mostra poco interesse per la scuola (viene buttato fuori da cinque diversi istituti) e molto interesse per magia e funambolismo. Impara a camminare sulla fune da solo, legandola tra un albero e l'altro, e da autodidatta afferma: «Non è difficile camminare su una fune, ma devi avere passione e lavorare come un pazzo, esercitarti tutto il giorno». I primi anni si mantiene esibendosi per strada, come molti artisti a Parigi, e viene arrestato più volte per farlo senza permesso.
L'impresa francese. «Un giorno decisi che avrei sospeso una fune su Notre Dame, e avrei sorpreso Parigi, avrei sorpreso il mondo intero», racconta Petit. Dopo tre anni di preparazione, il 26 giugno del 1971 il funambolo compie la sua prima, grande impresa, camminando (ovviamente illegalmente) sospeso su una fune tesa da una torre all'altra della cattedrale parigina. Viene arrestato subito dopo, ma presto rilasciato e dimenticato dalle autorità.
La camminata più famosa. Petit aveva solo 17 anni quando iniziò a fantasticare su quella che sarebbe diventata la sua più grande impresa: una passeggiata sospeso a oltre 400 metri da terra tra i due grattacieli (che dovevano ancora essere costruiti) più alti del mondo. «Ero nella sala d'aspetto del dentista, quando aprii il giornale e vidi qualcosa di meraviglioso, qualcosa che mi ispirò», racconta il funambolo nel documentario Man on Wire. Il seme della passione era stato impiantato, e tardò otto anni a germinare: nell'estate del 1974 Petit volò a New York. «Quando uscii dalla metropolitana e vidi le due torri, il mio sogno si infranse», spiega il funambolo, ricordando il momento in cui pensò che non ce l'avrebbe fatta a sfidare il vuoto.
Ma la fortuna era dalla sua parte: conobbe e si fece amico di Barry Greenhouse, che lavorava all'82° piano della Torre Sud e lo aiutò a entrare illegalmente nel grattacielo.
La notte del 6 agosto 1974 Petit e il suo team riuscirono a trasportare tutto il materiale necessario all'interno dell'edificio e nasconderlo nell'ufficio di Greenhouse. Il resto è storia: alle 7 del mattino, Petit fece il primo passo sulla fune tesa tra una torre e l'altra. Per i successivi 45 minuti, camminò avanti e indietro per ben otto volte, dilettando la folla stupefatta che si era radunata sotto i grattacieli. Anche questa strabiliante impresa finì con un arresto, ma la pena non fu delle più dure: il giudice lo condannò a esibirsi per i bambini a Central Park.
Una vita al limite. Dopo quella delle Torri Gemelle, Petit fece altre camminate sospese nel vuoto, tra cui una nel 1985 sopra le cascate del Niagara, tuttavia quella di Manhattan rimase la più spettacolare e conosciuta. A chi gli chiede perché abbia dedicato la sua vita a una passione così spericolata risponde sicuro: «Non esiste un perché: per me è chiaro, la vita dev'essere vissuta sempre al limite».
Nel video che segue, il trailer ufficiale del film The Walk, uscito qualche anno fa e dedicato all'impresa di Petit.