I jeans più grandi del mondo? Misurano 50 metri e li hanno cuciti nel 2009 gli studenti dell'Istituto Arabo di moda (Tunisia). E non è che una delle tante curiosità sul capo d'abbigliamento di cui, secondo stime attendibili, vengono venduti due miliardi di pezzi all'anno (il 30% in Europa).
1. Compleanno
Alcuni storici fanno risalire la data di nascita dei jeans al 20 maggio 1873, il giorno in cui Jacob Davis e Levi Strauss ottennero il brevetto per i blue jeans.
2. Genova o Nimes?
Ma la storia dei jeans era iniziata secoli prima. Nel XV secolo a Chieri vicino Torino si produceva un tipo di tela blu usata per coprire le merci nel porto di Genova. La traduzione di Genova in francese "Genes" sarebbe all'origine della parola Jeans.
La parola denim invece è una americanizzazione della denominazione francese "serge de Nimes", un tessuto nato nel medioevo a Nîmes, in Francia, con cui si facevano i calzoni indossati dai marinai genovesi.
3. All'asta
Il 25 maggio 2001 un'incaricata della Levi's ha acquistato su eBay un paio di jeans centenari ritrovati in una miniera, per 46.532 dollari. Ne sono state riprodotte 500 copie vendute a 300 dollari l'una.
4. In guerra
I blue jeans hanno iniziato a diffondersi durante la seconda guerra mondiale grazie ai soldati americani che li indossavano quando non erano in servizio. Poi a metà degli anni 50, la svolta: diventano popolari tra i giovani, come simbolo di ribellione adolescenziale, dopo che James Dean li indossa in Gioventù bruciata (1955).
5. L'idea del jeans slavato
Il primo a lavare un nuovo paio di jeans per ottenere l'effetto consumato, ancora oggi di moda, fu Marty Friedman, proprietario di Limbo, un negozio dell'East Village di New York. Sul finire degli anni 60 mandò i jeans nuovi in lavanderia per dargli l'effetto vintage, che tanto piaceva alla sua clientela hippy.
Ma perché i jeans scoloriscono così facilmente? È tutta colpa del colore, l'indaco e della sua chimica.
6. Il cotone
Da una balla di cotone si ottengono circa 215 paia di jeans. Le coltivazioni di cotone coprono 34 milioni di ettari della superficie della terra e secondo Ethical Consumer utilizzano il 25% degli insetticidi del mondo e il 10% dei pesticidi. Produrre jeans dunque non è sempre sostenibile. Per limitare l'impronta ecologica dei jeans, meglio affittarli che comperarli.
7. Etica e jeans
Ethical Consumer ha anche realizzato una guida online interattiva all'acquisto dei jeans, in base al comportamento etico dei produttori. Le due aziende più virtuose del settore? Sono inglesi: la Howies e la Monkee Soil Association.
8. Dove nascono i jeans
Oltre il 50% del denim è prodotto in Asia, in particolare in Cina, India e Bangladesh. Il paese occidentale più attivo nella produzione dei jeans è invece il Messico.
9. Questione di peso
Capire se un paio di jeans è più adatto all'estate o ai mesi freddi non è difficile: basta leggere il peso, se indicato, o pesarlo. Se pesa sulle 10 once (280 grammi) è leggero. Se il peso invece va dalle 12 alle 21 once è un denim pesante, più adatto alla stagione invernale.
10. Quanto sporco?
Josh Le, studente all’Università di Alberta, ha condotto un esperimento indossando i suoi jeans per 15 mesi senza lavarli, ma tenendoli all’aria aperta solo per tre volte a settimana giusto per togliere via gli odori. Dopo aver contato i batteri presenti sui pantaloni, li ha lavati e ha rifatto l’esperimento dopo 15 giorni.
Risultato? I batteri trovati sui jeans dopo il lavaggio di due settimane, erano cresciuti allo stesso modo che dopo i 15 mesi senza lavaggio. E soprattutto non erano batteri pericolosi, perché come ha spiegato Le: «La maggior parte degli organismi batterici trovati nei jeans provengono
dalla persona che li indossa e se non ci sono tagli o abrasioni sulla
pelle non ci sono rischi».
Che vuol dire? Bè... sicuramente che possiamo resistere qualche giorno in più prima di lavare i jeans.