Wonder Woman compie 80 anni. E alla prima supereroina della storia dei fumetti è dedicata la mostra Wonder Woman. Il mito (Milano, Palazzo Morando/Costume Moda Immagine, 17 novembre - 20 marzo 2022). L'esposizione, a cura di DC Comics, 24 Ore Cultura, in collaborazione con Warner Bros. e DC, ne ripercorre gli esordi, la cinematografia e soprattutto le splendide tavole che l'hanno più volte reinventata sulla scia dei grandi cambiamenti culturali dell'ultimo secolo, anche e soprattutto in tema di emancipazione femminile.
Il papà di Wonder Woman. "Il miglior rimedio per rivalorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman e in più il fascino di una donna brava e bella". Era il 1941 quando William Moulton Marston (1893-1947) presentò al mondo la sua rivoluzionaria e irrompente creatura. Lei era Wonder Woman, lui uno psicologo e docente universitario americano 48enne già noto (aveva contribuito alla realizzazione della macchina della verità con l'invenzione del misuratore di pressione sistolica) che nella sua eroina aveva sintetizzato il suo amore per le donne e l'ammirazione per il loro potere. In un'epoca in cui i supereroi erano tutti maschi, l'amazzone dell'universo DC divenne simbolo di emancipazione femminile e personaggio tra i più amati dell'immaginario americano di tutti i tempi.


L'idea dell'amazzone guerriera fu ispirata dalla complessa vita erotico-sentimentale di Marston. Lo psicologo era sposato con la collega Elizabeth Holloway quando si invaghì di Olive Byrne (1904-1985), una sua studentessa 11 anni più giovane della moglie. La ragazza, che condivideva con l'uomo la passione per il bondage, ne diventò l'amante e andò a vivere a casa sua. In breve il triangolo fu accettato da Elizabeth, che, potendo contare sull'appoggio di Olive, riuscì a occuparsi della propria carriera.
Il triangolo. Olive infatti badava ai bambini, presto diventati quattro quando anche lei rimase incinta dello psicologo. Le due donne rimasero a vivere insieme anche dopo la morte del professore, ed ebbero un ruolo fondamentale nella creazione del personaggio dei fumetti: fu Elizabeth a suggerire al marito di creare un eroe donna, ed erano di Olive i bracciali che ispirarono quelli di Wonder Woman. I protagonisti dello scandaloso (soprattutto per l'epoca) triangolo non ci sono più, ma la loro Amazzone senza paura è rimasta giovane, forte e sicura di sé.


Il percorso. Cosa vedremo in mostra? Le tavole e i fumetti originali provenienti dall'archivio DC a Burbank, California, da collezionisti privati e dai talents, ma anche i costumi originali di scena dei film Warner Bros.
Pictures Wonder Woman (2017) e Wonder Woman 1984 (2020) e i più iconici oggetti usati sul set dei film tra cui gli scudi, le spade, archi e frecce usate dalla protagonista. Infine, un ricco apparato multimediale di videoproiezioni e animazioni con materiali di repertorio e spezzoni di film e telefilm di Warner Bros. Pictures.